C’è la Roma che si costruisce tra Trigoria e (in questi giorni) il Portogallo. E c’è la Roma della gente, quella che i tifosi fanno e disfanno ogni minuto (d’estate poi...), con le loro idee, i loro desideri che diventano intuizioni. Non vanno sottovalutati, mai. Non portano notizie - non spetta nemmeno a loro - ma possono offrire spunti. E gli spunti aprono scenari. Metti una mattina presto a Villa Gordiani, quadrante est di Roma, il classico giro con il cane che ti sveglia alle 7 perché è il suo momento. La passeggiata fa tappa fissa al bar storico di zona: ieri c’era Nino con i suoi fratelli Giallombardo - Nino, romanista vero e uno dei figli, Andrea, che ha giocato in Serie A contro Ronaldo il Fenomeno - oggi c’è Serafino: è un angolo di Roma in cui si è fatto calcio, dilettantistico e non solo, per trent’anni almeno.
Roma, manca l'americanata
La sosta è d’obbligo, e seduto al bar c’è Marco (Marchino), per il caffé pre-ferie di una giornata che già annuncia caldo afoso: un passato da calciatore dilettante, come tantissimi in zona, un negozio di ritmica oggi, il cuore intriso di giallorosso. Marco non è preoccupato per la punta che non arriva ancora. È ottimista. E la sua riflessione è una sentenza, alla romana: “Sai che c’è? Manca l’americanata. E arriverà. Ogni anno l’hanno fatta: prima Mourinho, poi Dybala”. È un attimo, la città giallorossa si accende e si mette in scia con uno dei suoi grandi miti, Alberto Sordi: già, gli americani so’ forti. Vero, verissimo: navigando nel mare impetuoso e rigoroso del fair play finanziario, la Roma dei Friedkin ha trovato la quadra per incastonare due gemme. La prima, Mourinho, senza che nessuno potesse nemmeno immaginarla: un colpo di teatro. La seconda, Dybala, data prima per impossibile, poi per difficile, e portata a casa con Tiago Pinto sulla riva del fiume, dove alla fine è stato possibile costruire l’accordo con la Joya: una prodezza finanziaria.
Dove il ragionamento di Marco diventa irrazionale, da tifoso vero, è nello spingersi a caccia della terza americanata: “Può essere Lukaku!”. Sussulta anche Oddy, il cane. E non ci crede (come dargli torto?). Ma l’intuizione resta: lucida. E diventa il più diretto degli inviti a Dan Friedkin. Certezza o speranza, il dato di fatto è che José e Paulo sono state due americanate, come un volo sul cielo dei sogni della gente. E a questo mercato che ha altri 29 giorni davanti, manca proprio lei: l’americanata. Il tifoso se l’aspetta, perché si fida. Mister Dan, prego: non la tocchi piano.