Caro Tiago, avrei voluto rivolgermi a te chiamandoti confidenzialmente Tiaguinho, ma i nostri rapporti - tutt’altro
che idilliaci - me l’hanno sconsigliato. Questa dev’essere l’estate delle lettere aperte, visto che sono alla seconda in pochi giorni: la precedente ha ottenuto la risposta politica e privata, perciò non pubblicabile, del presidente della Fifa Infantino. Nel tuo caso non nutro speranze.
Giorni fa ti ho fatto i complimenti per la prima parte del lavoro, quello delle dismissioni obbligatorie (Tahirovic, Volpato, Missori, Kluivert, Perez). Immagino che tu non li abbia graditi, ma me ne sono fatto una ragione. Le parole di Giovanni Carnevali («dobbiamo darci una mano tra noi») hanno in qualche modo ridotto il valore dell’operazione col Sassuolo, non quello del tuo impegno. Sono convinto che la prossima stagione - l’ultima alla Roma per te e Mourinho (…) se i Friedkin non vi allungheranno i contratti - possa essere aperta a più soggetti: nessuna società dispone delle risorse per migliorare sensibilmente la squadra. Di conseguenza, se la Roma, così come la Lazio, dovesse riuscire a fare un paio di colpi di alto livello, potrebbe divertirsi e soprattutto divertire la propria gente: non si possono pretendere continui miracoli dalla guida tecnica, sia essa Mou o Sarri.
L’infortunio di Abraham, che era destinato alla cessione per trovare quattrini, ha posto il problema (enorme) del centravanti, in particolare di un attaccante da manovra e doppia cifra. Morata, lo sai bene, sarebbe l’ideale tra quelli praticabili, oltre che il preferito di Mourinho e Dybala, del quale è una sorta di fratello maggiore. I due si sentono spesso. I limiti del settlement agreement ti costringono a operare solo "alla pari": l’entrata dev’essere uguale all’uscita, stipendio incluso. Morata costa 22 milioni più l’ingaggio, per cui serve uno sforzo da Roma: vendi per 22 (Ibanez, Solbakken, Celik e anche Spina, se proprio devi) e consegna a Mourinho un gruppo più attrezzato dell’ultimo. Detesti inseguire i calciatori suggeriti dalla stampa e allora fa’ finta che non te l’abbia detto e accontenta il tuo allenatore e la tua gente. Cordialmente, (non) tuo Ivan.
L'insostenibile apologia di Davide Frattesi
Auguro il meglio a Davide Frattesi che - lo sottolineo - mi ispira tanta simpatia. Spero che diventi un campione e un titolare imprescindibile della Nazionale. Allo stesso tempo gli chiedo scusa per l’eccessiva, inopportuna attenzione che gli abbiamo dedicato in questi giorni: l’abbiamo sovraccaricato di responsabilità, riempiendo di lui pagine - prime e interne - come se si trattasse di De Bruyne o Modric. Il ragazzo ha ottime potenzialità, un bel piede, è rapido e ha eccellenti tempi di inserimento, ma ha subìto un’esasperata e esasperante copertura mediatica per assenza di notizie, immobilità dei club, bloccati da bilanci ululanti, e per la "sanguinosa" tendenza generale a trasformare giovani talentuosi con un po’ di partite nelle gambe in fuoriclasse consacrati. Davide Frattesi è un’ipotesi di Barella. Se lo sono disputati con differenti riguardi e possibilità i nostri top club, per i quali trenta milioni rappresentano il budget stagionale. La colpa di questa campagna ubriaca è unicamente nostra, dei media: abbiamo il bisogno, non il dovere, di trasformare dei buoni giocatori in idoli prim’ancora che dell’idolo abbiamo i caratteri. Davide è un tipo a posto, ha la testa sulle spalle. La conservi e farà strada. Mentre noi continueremo a perderla: siamo irrecuperabili.
PS. Per non parlare della copertura giornalistica riservata a Cristiano Giuntoli, "soltanto" un eccellente direttore sportivo. A un certo punto ho sospettato che non fosse nato a Firenze, bensì a Betlemme.