Roma, la manna dal cielo

Wijnaldum© BARTOLETTI
di Ivan Zazzaroni
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Un paio di anni fa Massimiliano Allegri disse una cosa tanto giusta quanto elementare: «Nel calcio, come nella vita, esistono i livelli. Per conquistare i trofei che contano servono giocatori il cui livello corrisponde all’importanza del torneo». Indicò come esempio Luka Modric, spiegando che «uno come lui potrà anche sbagliare una, due, cinque partite, forse anche mezza stagione, ma alla fine è sempre Modric e in campo hai chi ti porta a pensare in grande». Della stessa opinione sono da sempre Capello, Lippi e Mancini. Quest’ultimo nel suo passato di club metteva in cima alla lista degli acquisti gente non più giovanissima ma di qualità direttamente certifi cata quali Veron, Stankovic, Mihajlovic.

La squadra che Mourinho sta attrezzando per la sua seconda stagione alla Roma è impostata proprio sui livelli. Qualcuno l’ha definita un instant team, da consumo immediato, riferendosi all’età “avanzata” dei giocatori richiesti e ottenuti dal tecnico, io preferisco pensare alla ricerca di tutta la qualità possibile in rapporto alle risorse finanziarie a disposizione, che per i limiti imposti dall’Uefa non sono sensazionali. Svilar e Celik migliorano la panchina, sostituendo Fuzato e Maitland-Niles, ma Dybala, Matic e Wijnaldum (en attendant Belotti) alzano sensibilmente il valore del gruppo.

Non mancano i dubbi sulla condizione atletica dei tre, alimentati dalle poche presenze accumulate nell’ultima stagione. Nessuno però ne discute la forza: hanno frequentato a lungo i piani alti del calcio internazionale. Di alto, anzi altissimo livello è anche la partecipazione dei Friedkin alla vita della Roma: la loro presenza nella capitale - e a Trigoria -, i blitz con il jet privato per portare Dybala in Portogallo o Wijnaldum a Roma stanno entusiasmando una tifoseria reduce dalle stagioni pallottiane. O delle assenze ingiustifi cate e intollerabili, almeno nei primi anni.

La forza drammatica di Mou - parlo di un grande attore - sembra ideologica, ma è pratica. É famoso per battute degne del Grande Gioco, non enuncia princìpi per una Grande Guerra (citazione obbligatoria Sun Tzu). Non dice, fa. Anzi: ottiene. Mostra, non rivela. A costo di apparire ammaliati dal suo stile, Mourinho è una novità imprenditoriale più che spettacolare. I Friedkin sono arrivati con i loro progetti che hanno poi adeguato all’incontro con il portoghese. Se invece avevano già in testa il Mou de Roma, sono geniali. In attesa delle riforme istituzionali, beccatevi questa.


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