Mourinho e i tifosi della Roma meritano Dybala

Mourinho e i tifosi della Roma meritano Dybala
Ivan Zazzaroni
3 min

Non ha fatto la «faccia di merda» - è l’espressione che Mourinho usa di solito, riferendola a se stesso, per dichiarare la propria incazzatura -. Tuttavia ieri sera, così come domenica scorsa a Fiumicino, non è sembrato sereno, soddisfatto. Alla Salita del Grillo, nel cuore di Roma, l’hanno visto a strappi, compariva per poi sparire e ricomparire di nuovo: per alcuni minuti s’era perso addirittura la figlia Matilde che doveva presentare - e l’ha fatto -“Phygital Sustainbility Expo”, un evento di moda dedicato alla transizione di moda e design.  

Quando il nostro Aliprandi - il colpo di fortuna del collaboratore errante -l’ha individuato tra la gente e gli ha chiesto del mercato della Roma, Mou si è solo in parte trattenuto: «Ho detto che parlerò il 13 agosto, adesso però sono frustrato, un pochino frustrato». In sostanza ha confermato quello che il nostro giornale riporta da settimane: Matic, Celik e Svilar non possono garantire alla Roma l’effettivo salto di qualità, ovvero l’ingresso nella lista ristretta delle potenziali candidate a un posto Champions. Serve altro, serve lo strappo. 

Rispettoso delle esigenze finanziarie del club e del lavoro di Tiago Pinto, Mou ha perciò chiesto di poter arrivare a Paulo Dybala, l’elemento in grado di aggiungere tanta fantasia e soluzioni offensive. Ma al momento il responsabile dell’area tecnica non ha fatto passi convinti nella direzione dell’argentino.  
 
Mai e poi mai - aggiungo - José ha peraltro spinto Zaniolo ad andarsene: ha registrato e condiviso passivamente la necessità del club di realizzare una cessione importante prima di puntare a un obiettivo alto. E, almeno potenzialmente, Nicolò era il più indicato a partire. 
 
Per far tornare il sorriso a Mourinho, legatissimo alla tifoseria e innamorato della città, è sufficiente tenere Zaniolo e prendere Dybala a zero. La sensazione è che a questo punto Tiago farà il possibile per accontentarlo. Dopo una stagione conclusasi con il sorriso e un trofeo internazionale, aprire la successiva con il protagonista principale condannatosi alla faccia di merda sarebbe oltremodo delittuoso.

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