Dybala alla Roma. Da suggestione è diventata un’ipotesi, per niente scontata ma neppure irrealizzabile. La questione è complessa per tanti motivi ma indica un’intenzione chiara: José Mourinho, che ha già parlato al giocatore, chiede ai Friedkin un salto immediato verso l’alto, per tornare in Champions League già l’anno prossimo. Studiamo allora pro e contro di un affare che può modificare gli equilibri tecnici del campionato italiano.
Perché Dybala può dire di sì alla Roma
Dybala ha cominciato a pensare alla Roma dopo la semifinale contro il Leicester: la passione dei tifosi, per un argentino ultimamente immalinconito dal ripudio della Juventus, lo ha spiazzato. In più l’effetto Mourinho non lo lascia indifferente. Per questo, confrontandosi con il suo staff, ha dato la disponibilità ad aprire un tavolo, dopo aver passato diverse settimane a immaginarsi all’Inter. La Roma, da parte sua, fiuta un colpo clamoroso, non solo sul piano tecnico ma anche simbolico: ingaggiare un campione dallo standing internazionale, che su Instagram “fattura” dieci volte i follower del club (46 milioni contro 4,4), certificherebbe l’ambizione dei Friedkin di proporsi come alternativa alle tre grandi. Con il ritorno economico sicuro degli abbonamenti - già ora l’obiettivo è 40.000 tessere, quasi il doppio di questa stagione - e il vantaggio di non dover spendere per pagare il cartellino di un attaccante di 29 anni.
Perché Dybala può dire di no alla Roma
Ma qui subentra un elemento contrario. Da svincolato, Dybala diventa un bocconcino per tutti. E il procuratore, Jorge Antun, vuole comprensibilmente tirar fuori il meglio dal contratto che il suo cliente firmerà dopo il 30 giugno. La Roma, che sta seguendo un piano di ristrutturazione finanziaria, non può proporre stipendi da 8-9 milioni netti, senza neanche poter usufruire del decreto crescita che abbatterebbe il peso fiscale dell’operazione. Inoltre la politica dei Friedkin sulle commissioni, che negli affari moderni diventano ricchissimi bonus d’ingresso, può rappresentare un freno all’accordo. La proprietà ha imposto a Tiago Pinto di non pagare agli agenti più del 10 per cento del contratto stipulato. Se Antun non accetta di adeguarsi, la trattativa non potrà mai entrare nel vivo. Da ultimo, ma non per importanza, va considerato l’aspetto tecnico. Dybala, se può scegliere, preferisce giocare la Champions. Ecco perché l’Inter, che pure rischia di perdere Perisic ed è a sua volta alle prese con una ristrutturazione finanziaria, rimane in corsa. Senza parlare dei club esteri più forti, che per il momento non hanno cercato Dybala.
Mercato Roma, il nodo legato a Zaniolo
Non resta che attendere, quindi, dentro a uno stallo che non dispiace alla Roma, ancora non sicura di partecipare alle coppe europee. Tiago Pinto è stato incaricato di vendere, di vendere bene, e ha bisogno di tempo per chiarirsi le idee sul mercato. Per esempio la cessione di un calciatore come Zaniolo, che nel 3-4-1-2 di Mourinho gioca nella casella teoricamente destinata a Dybala, sarebbe tollerata a certe condizioni. Il punto è che finora a Trigoria non sono arrivate offerte degne di essere considerate.
Mercato Roma, i giocatori da piazzare altrove
Intanto, Mourinho ha chiesto altri tre giocatori per migliorare la squadra: un regista, un esterno destro da alternare con Karsdorp e un difensore centrale di piede sinistro. Al tempo stesso ha chiesto di alleggerire la rosa dagli elementi che non ritiene funzionali al suo stile: Diawara, Veretout, Carles Perez, Shomurodov, Viña, più Villar che tornerà dal grigio prestito al Getafe. Il giovane Darboe andrà in prestito per rigenerarsi. E’ in bilico anche la conferma di Sergio Oliveira. A prescindere dall’esito della finale di Tirana, che non illude nessuno sul livello complessivo del gruppo, la Roma che ripartirà a luglio sarà profondamente diversa.