Napoli, adesso il problema è l'attacco

Leggi il commento sul mercato e sulle prestazioni in amichevole del club azzurro
Napoli, adesso il problema è l'attacco© LAPRESSE
Mimmo Carratelli
4 min

Col mercato apertissimo e a due settimane dall’inizio del campionato, la serie A è tutto un cantiere con tredici squadre che hanno cambiato allenatore. Ad eccezione dell’Inter campione d’Italia, le altre squadre sono alla ricerca della formazione e della condizione migliori.

Il Napoli, sotto la guida di Conte, ha lavorato duro. Dopo le cinque amichevoli, quattro vittorie, una sconfitta, c’è ancora molto da fare. Soprattutto sono da sveltire le operazioni di calciomercato sciogliendo al più presto il “nodo” Osimhen e concretizzando gli obiettivi più o meno dichiarati: Gilmour, Brescianini e Neres.

La prima impressione è che la fase difensiva, punto debole della stagione scorsa, sia decisamente migliorata non solo per gli arrivi di Buongiorno e Rafa Marin. Conte ha avuto da subito questa preoccupazione: mettere a posto la difesa. La linea a tre, che diventa a cinque, appare già ben registrata. Sembra preferibile avere Di Lorenzo esterno di centrocampo piuttosto che sulla destra in difesa lasciando posto a Marin. Ci sarà poi da valutare il rientro di Olivera. Lobotka, fra i centrocampisti, è il più efficace a sostegno della difesa. Lobotka è già in gran forma e continua ad essere la pedina essenziale dello scacchiere azzurro. Per consentirgli di rifiatare (ma il Napoli non giocherà partite in Europa) si sta pensando allo scozzese Gilmour.

La fase offensiva è ancora incerta, non solo per il caso Osimhen. Il Napoli ha costruito poco contro Brest e Girona, gli avversari maggiori. Contro gli spagnoli l’attacco azzurro ha avuto rari sussulti (quattro conclusioni in porta) e nessuna continuità di manovra. In attesa di Lukaku, dopo Cheddira e Simeone Conte ha provato Raspadori centravanti. Non ha avuto un esito positivo a parte il gran gol al Brest del talento emiliano.

Si ha qualche perplessità sul 3-4-2-1 messo in campo sinora, a parte chi sarà il centravanti. Kvaratskhelia e Politano, posizionati dentro al campo, hanno perso lo spunto e quei movimenti incisivi che avevano giocando sulle fasce. Colpa del modulo o del nuovo ruolo non ancora “assorbito”, non si sa. Anche il gioco sugli esterni, senza le sovrapposizioni di una volta, non soddisfa. Mazzocchi (Zerbin) e Spinazzola dovendo coprire tutta la fascia non hanno grande lucidità offensiva. Se andranno a segno gli acquisti di Gilmour, Brescianini e Neres ci sarà un cambio di modulo? Soprattutto l’ala brasiliana del Benfica porterà a un 3-4-3? Ma Neres costa molto, 25 milioni. Sembra più vicino Gilmour (12 milioni).

In ogni caso, l’urgenza è una manovra offensiva convincente, finora affidata alla tenacia di Kvaratskhelia che finisce però col giocare troppo da solo volendo dribblare l’intera difesa avversaria. Il miglioramento passa da un cambio di modulo o dalla migliore interpretazione degli azzurri del 3-4-2-1? È quello che Conte e il suo staff devono valutare. Le cinque amichevoli hanno offerto indicazioni precise. Il Napoli, che era forte in attacco, ora è forte in difesa. È solo una impressione, oppure la fase offensiva è da ripensare tornando ad allargare il fronte d’attacco con due ali sostenute dagli esterni di centrocampo?

Contro il Girona, più che contro il Brest, il pressing alto del Napoli è mancato totalmente. Gli spagnoli hanno tenuto palla come volevano. È possibile che i carichi di lavoro abbiano condizionato gli azzurri (di nuovo evanescente Anguissa). Il Napoli di Conte pone molti interrogativi. Conte ha la capacità di dare le risposte giuste.


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