Osimhen, la lunga attesa: il Napoli non ha fretta

L'attaccante nigeriano è in ritiro a Castel di Sangro: non pensava di dover essere presente anche in Abruzzo ma De Laurentiis attende proposte vicine ai 130 milioni della clausola
dal nostro inviato Fabio Mandarini
4 min

CASTEL DI SANGRO - Tutto torna. Nella vita è così che funziona. E alla fine è tornato anche Victor Osimhen: a Castel di Sangro, dove un anno fa tutto è cominciato, per il secondo ritiro di un'estate che probabilmente immaginava diversa. Mettiamola così: sospettava che avrebbe partecipato alla prima parte della preparazione a Dimaro ma ad un tratto, con il naso all'insù verso le Dolomiti, ha iniziato a credere nell'ipotesi di non partire per gli Appennini insieme con il gruppo. Sentiva il profumo di Parigi. E invece, dagli Appennini ai Pirenei è un racconto ancora tutto da scrivere. E ieri è sbarcato in Abruzzo: ha svolto in gruppo la sessione tecnico-tattica riservata e blindata sul secondo campo, e poi ha saltato la partitella finale. È entrato allo stadio, ha salutato il pubblico ed è sfilato verso la zona palestra-spogliatoi. A questo punto, domenica non giocherà anche l'amichevole con l'Egnatia, la terza su tre: del resto è la capitale del mercato, e fino a quando la situazione non sarà chiara non andrà in scena.
La questione è molto semplice nella sua complessità, tanto che ormai è diventata una filastrocca: Osi ha una clausola rescissoria da 130 milioni; il Psg si è spinto fino a 90 nel pacchetto-impossibile con l'incedibile Kvara e vuole un forte sconto; e il Napoli, dal canto suo, è seduto ad aspettare. Legittimamente sereno, considerando che Victor ha un contratto fino al 2026 e soprattutto è uno dei tre centravanti del momento. Sul podio, un valore aggiunto per qualsiasi squadra. Insomma: non sarà svenduto. De Laurentiis è aperto a trattare, senza però allontanarsi oltremodo dai parametri, e ciò significa che se sarà, dovrà essere un affare da oltre 100 milioni.
Parallelamente, il ds Manna ha già coperto le spalle della squadra nel caso in cui l'affare parigino andrà in porto: Romelu Lukaku, un attaccante che sembra nato per giocare con Antonio Conte e che Antonio Conte è riuscito a valorizzare come mai nessun altro, è il colpo ideale già delineato nei contorni. Non resta che definire e firmare: l'intesa con Rom è pressoché raggiunta e con il Chelsea, che non l'ha neanche convocato per la tournée negli Stati Uniti, la trattativa è in discesa. Ci vogliono tempo e pazienza: tutto sommato, il mercato è una guerra di nervi. E quelli di Adl sono molto saldi.

Osimhen in una gabbia dorata

La lettura del romanzo, comunque, non può prescindere dall'introduzione: a Castel di Sangro è cominciata seriamente la saga di mercato di Osi e a Castel di Sangro ricomincerà più seria. Un anno fa si parlava del Psg, rispedito al mittente nonostante un'offerta da 150 milioni di euro; dell'Al-Hilal di Koulibaly, rifiutato dal giocatore e titolare di una proposta a quanto pare molto vicina al duecentino che De Laurentiis aveva individuato come limite a inizio mercato; e poi del rinnovo infinito, il famoso e a un certo punto famigerato rinnovo rimesso in discussione nei pressi della prima di campionato, a Frosinone, e poi concluso due giorni prima di Natale. Il 23 dicembre a Roma, prima della sfida contro i giallorossi all'Olimpico. Totale: prolungamento di un anno, qualcosa più di 10 milioni di stipendio al giocatore fino al 2026 e la clausola. Una gabbia dorata.

Osimhen, la strategia del Psg

Un’estate fa De Laurentiis e Roberto Calenda, l'agente di Osimhen, furono protagonisti di una lunga serie di incontri tra Dimaro e soprattutto l'Aqua Montis di Rivisondoli, il quartier generale del club in Abruzzo, ma in questa fase il manager non ha scalato le Dolomiti e per il momento non è annunciato. Però nelle scorse settimane è stato segnalato a Parigi, da qualche giorno zona d'ombra. Fino a nuovo sole: il Psg è in silenzio strategico. Ma sempre in agguato.

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