NAPOLI - I giorni del dragone li chiamava Adriano Galliani: arriveranno pure stavolta, come sempre, come ogni sessione (soprattutto quella) estiva del mercato. E saranno le ore nelle quali ognuno proverà a sferrare un colpo alla giugulare, per riuscire a chiudere un affare altrimenti impossibile, per risparmiare qualche spicciolo (li chiamano così, una cinquina di milioni) o per rifugiarsi in un prestito d’un calciatore che altrove non ha più spazio e neanche motivazioni. Fabian Ruiz rientrerà in quello spazio-tempo, forse sì o forse no, perché intanto la situazione non s’è raffreddata ma si è prestata a riflessioni e il Psg sta definendo con l’entourage del calciatore aspetti contrattuali che non sono chiaramente secondari: potrà succedere (anche) che si chiuda al primo settembre, perché tutto è avviato, ma intanto il Napoli dovrà guardarsi dentro, preparare le contromosse e scegliere le proprie strategie da sfruttare nel caso in cui l’operazione legata al centrocampista spagnolo rientri tra i last minute.
Conversione
La prima idea, che però potrebbe essere superata dai fatti: girare quei soldi, e semmai potessero bastare, per arrivare a Jack Raspadori, con il quale è tutto fatto. Però c’è la resistenza del Sassuolo, con l’umana voglia di realizzare il massimo. Fabian che parte e Raspadori che arriva suggerisce un’idea tattica, una (ri)conversione al 4-2-3-1 e quindi lo spostamento di Zielinski alle funzioni di un tempo, quello dell’epoca Ancelotti, quando nel centrocampo liquido c’era la consistenza tecnica di un talento capace di abbassarsi per fungere da play davanti alla difesa. Senza Fabian ma con Raspadori e con un eventuale vuoto là in mezzo, tra Anguissa e Lobotka, Demme e Zielinski, diventerebbe sufficiente una “quartina” di uomini e il palleggio, a quel punto sarebbe materia dello slovacco e del polacco. Per rimanere nel 4-3-3, servirebbe - ed è elementare - altro, nonostante Elmas possa interpretare da mezzala, soluzioni che sente maggiormente nelle corde e che finora gli è appartenuta, pur con la frenesia che gli è abituale.
Barak e company
E quindi, piano-B: come dovrebbe essere questo centrocampista da inserire in una squadra che perderà (perderebbe) la funzionalità di Fabian Ruiz, la sua visione ampia, la sua capacità di leggere le situazioni più complesse, la profondità del proprio calcio? Il profilo più alto, per tecnica, resta quello di Dominik Szoboszlai (22 anni a ottobre), ungherese con un talento enorme e un costo egualmente gigantesco: ci vogliono non meno di 25 milioni di euro per convincere il Lipsia a sedersi ed il Napoli si è spaventato dinnanzi ad una cifra del genere. Altrimenti, nella diversità, con la «benedizione» di Cristiano Giuntoli, Barak si sistemerebbe in cima alla classifica dei pretendenti, nonostante sia «altro» rispetto a Fabian: la fisicità, gli strappi, la capacità di aggredire lo spazio e anche la generosità vengono ritenute qualità utili per una squadra chiamata a correre - e tanto - sui tre fronti; e poi c’è Nandez, da un bel po’ nei radar del Napoli, che ha caratteristiche assai “alternative” e un rigore assai meno evidente. O altrimenti, com’è successo un anno fa, nel last second ci sta anche il mister X, l’Anguissa del 2022, il centrocampista strappato all’oceanico mercato degli esuberi o degli indesiderati, un prestito da proiettare nel futuro e comunque da sistemare sempre in prossimità di Zielinski ma immediatamente dietro le sue spalle.