Dia, Cherki e il mercato in sospeso

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Stefano Chioffi
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Boulaye Dia può rivelarsi un’intuizione, l’incastro giusto in questo mercato senza compromessi della Lazio, che ha tagliato i costi di gestione e ha salutato con un tweet i leader del passato, accettando il peso di scelte impopolari. Il senegalese è un centravanti che si sposa con gli schemi e il calcio in verticale di Baroni: è rapido, si muove sul filo del fuorigioco, garantisce profondità, si è distinto in Spagna con il Villarreal e in Francia con il Reims. Nella scorsa stagione, dopo sedici gol in serie A, aveva attirato l’interesse del Napoli, del Milan e dell’Inter. Viene da un periodo complicato: litigi e tensioni con la Salernitana, lettere degli avvocati, una storia che stava finendo in tribunale. Ha quasi ventotto anni, ragiona da prima punta, è diverso da Castellanos e Noslin: ha i requisiti per arricchire e completare il reparto. È ambizioso, aspetta da tempo una grande opportunità, aveva ricevuto offerte dalla Premier League. Prestito con obbligo di riscatto: un affare in linea con i parametri di Lotito.
Alla Lazio, però, serve anche il dinamismo di un jolly come Michael Folorunsho, che ha lavorato con Baroni nel Verona e nella Reggina: corsa, intensità, qualche blitz in area. L’altra priorità è un trequartista puro, in grado di stappare le partite con un’invenzione. Un profilo che aumenti le soluzioni: la qualità e il volume della manovra. Rayan Cherki è una carta intrigante: ha il contratto in scadenza nel 2025, costa tra i quindici e i diciotto milioni, compie ventuno anni il 17 agosto. Piace al Borussia Dortmund. Il Lipsia si è ritirato: ha preso Nusa. È cresciuto nel Lione, in uno dei migliori settori giovanili a livello europeo: un centro di formazione in cui si erano imposti Benzema, Lacazette, Umtiti e Ben Arfa. L’ultimo gioiello è stato Bradley Barcola, portato al Paris Saint Germain da Luis Enrique.
Cherki è un investimento destinato a trasformarsi in una plusvalenza: rientra - per prezzo, età e prospettive - in quell’identikit tracciato l’8 luglio da Lotito, quando ha illustrato la nuova strategia manageriale del club e ha promesso l’arrivo di un misterioso talento, “dieci volte più forte di Greenwood”. Cherki è considerato il gioiello della nazionale Under 21 di Sylvain Ripoll: dribbling, applausi e 11 gol. Numeri prestigiosi, in rapporto alla carta d’identità: 141 presenze con il Lione, 17 reti e 25 assist. Il ct Deschamps si prepara a farlo debuttare nella Francia dei big. Cherki non rinnoverà con il Lione, l’ha già comunicato al presidente John Textor e al direttore generale Thierry Sauvage. Come agente ha scelto Fayza Lamari, la mamma di Kylian Mbappé. La concorrenza non manca. Ma è difficile pensare che la Lazio non possa permettersi un colpo come Cherki, soprattutto dopo la splendida risposta ricevuta dai ventiseimila abbonati e il monte ingaggi ridotto del 20% per le partenze di Immobile, Luis Alberto, Kamada e Felipe Anderson. Senza dimenticare i venti milioni che Lotito aveva offerto al Manchester United per Greenwood: un tesoro rimasto sul tavolo.


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