Immobile, addio alla Lazio: ha rinunciato a uno stipendio e ai premi, oggi il saluto

La svolta ieri nel pomeriggio dopo un lungo tira e molla: tra il club biancoceleste e il capitano si chiude una storia leggendaria
Immobile, addio alla Lazio: ha rinunciato a uno stipendio e ai premi, oggi il saluto© ANSA
Daniele Rindone
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INVIATO A FORMELLO - Giù le statue a Formello, le storie infinite sono finite. Nell’addio di Ciro Immobile, ieri liberato da Lotito solo dopo il pagamento di 2,5 milioni dal Besiktas e la rinuncia del giocatore a uno stipendio più premi e costi vari, c’è la fine di un’illusione, il fallimento dell’amor di famiglia decantato per anni dal presidente pater familias: «Per me è un figlio». Amore e disamore, unione e disunione, sentimenti e storie che nell’ultimo anno si sono confusi e persi l’uno nell’altro. Su la statua di Ciro il Grande. Al suo valore bisognerebbe dedicare un monumento. E’ brutto questo addio, è il più brutto per com’è andata a finire. Era il capitano mitologico. La storia che Ciro va via per scelta personale, perché guadagnerà 6 milioni l’anno più bonus per tre anni, regge fino a un certo punto. Si era sentito esiliato. «E’ finita l’era dei giocatori bandiera, al centro c’è la Lazio, serve gente che corre», comiziava Lotito lunedì. Senza una goccia di veleno non va via nessuno dalla Lazio. Anche Ciro, bomber da 207 gol, 207 ori, ha dovuto aspettare giorni prima di ottenere il via. L’ha avuto perché i turchi hanno acconsentito al riconoscimento di un indennizzo. Lotito risparmierà 20 milioni netti, il costo dell’ingaggio del suo ex capitano fino al 2026. Non pago, aveva fissato un irrisorio prezzo per venderlo.

Lazio, con l'addio di Immobile si apre un nuovo ciclo

Il tempo andato, il tempo nuovo. L’incrocio dei tempi è avvenuto ieri, legano e dividono. Mentre il diesse Fabiani presentava un fiducioso Noslin («Voglio diventare una leggenda come Immobile»), Ciro si avvicinava al Besiktas. Fabiani ha comunicato alla squadra che il capitano non sarebbe partito per il ritiro, presto si apriranno le primarie per l’elezione dei nuovi capitani. Immobile ha salutato tutti nel tardo pomeriggio, oggi parlerà in conferenza stampa (forse a Formello), sempre oggi dovrebbe partire per Istanbul. Lotito ieri non c’era, è gelo. Fabiani aveva parlato intorno alle 14.30 a Formello, il confronto finale con Immobile sarebbe avvenuto nel pomeriggio: «Ci troviamo davanti a un giocatore che ha fatto la storia della Lazio, un campione. Ma l’ètà passa per tutti. Va trattato con le dovute maniere. Se arriverà una proposta del Besiktas la società ne prenderà atto. Durante la mia gestione non ho mai messo alla porta nessuno, chi ha lasciato lo ha fatto per sua volontà». Così è pensato il nuovo ciclo: «Quando ho assunto l’incarico della prima squadra mai avrei pensato di trovarmi davanti ad un cambio generazionale. Oggi stiamo proseguendo per terminarlo. Abbiamo acquistato una decina di giocatori considerando anche lo scorso anno. I cicli si basano sugli anni, massimo tre. Non sappiamo quali saranno i risultati, ma sappiamo quali sono i modelli da seguire sia in Italia che all’estero, club come Feyenoord, Atalanta e Bologna. Sono convinto del lavoro che stiamo facendo, i risultati ci diranno se la strategia intrapresa è quella giusta». Nessun obiettivo proclamato per quest’anno: «Non so quale sarà il nostro meglio, ma sono fiducioso. Vogliamo una cultura calcistica diversa. Gente di gamba, fisicamente strutturata, si terrà meno palla. I nostri tifosi si divertiranno nei prossimi anni. Abbiamo preso ragazzi giovani che hanno tanta voglia di fare bene, chiedo di dargli fiducia, di avere pazienza». Sulla sfiducia dei tifosi: «I tifosi avranno le loro ragioni, spero di smentire sul campo la contestazione. Ai posteri l’ardua sentenza. C’è tutto quello che serve per costruire un futuro importante, il campo sarà giudice. Me ne assumo la responsabilità». Come Atlante con il peso del mondo.


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