Lazio, Cancellieri torna a casa: l’Empoli non paga il riscatto

L'attaccante è cresciuto e vuole dimostrarlo durante il ritiro biancocelste anche se Tudor non lo vedeva nel Verona
Marco Ercole
7 min

Questa estate, ad Auronzo di Cadore, Matteo Cancellieri avrà probabilmente una doppia seconda chance. Una con la Lazio, l'altra con Tudor. In entrambi i casi le sue prime volte non sono andate benissimo, ma il suo obiettivo ora è dimostrare di essere cresciuto, di far vedere a tutti che solo dopo questo suo vero anno d'esordio in Serie A è riuscito ad accumulare esperienza, a migliorare sotto gli aspetti fisici, tattici e mentali. È ciò di cui è convinto anche il presidente Corsi, uno che «di calcio ci capisce», come sottolineato più volte dall'ex allenatore biancoceleste Maurizio Sarri: «Cancellieri è un giocatore forte - ha spiegato il patron dei toscani a RadioRadio - e ha un motore straordinario. Secondo me merita di giocare in una squadra importante dopo quattro gol, assist e un paio di rigori procurati. Logico che deve sentire la fiducia e sentirsi importante. Dipenderà dalle condizioni che troverà in un grande club».  

Lazio, Cancellieri al rientro 

I toscani non lo riscatteranno, non aggiungeranno altri 9 milioni a quanto già speso (un milione) per il prestito oneroso la scorsa estate. Così l'attaccante tornerà alla base, con l'obiettivo di tentare di convincere la Lazio e Tudor a puntare su di lui. Come anticipato, si tratta del suo secondo tentativo in entrambi i casi. Con il croato, infatti, ha già avuto modo di lavorare a Verona, nella stagione 2021/22, la prima della sua carriera in Serie A. Un campionato iniziato con in panchina Eusebio Di Francesco, con il quale Cancellieri era partito titolare in una delle 3 gare (per un totale di 122 minuti) che hanno portato all'esonero del tecnico, con conseguente arrivo dell'attuale allenatore della Lazio al suo posto. A partire da quel momento, per l'attaccante non c'è più stato spazio dall'inizio in Serie A, collezionando complessivamente 96 minuti ulteriori. Le sue sole possibilità sono arrivate in Coppa Italia, contro Catanzaro ed Empoli, gare in cui è stato impiegato rispettivamente da esterno destro a tutta fascia e da trequartista di destra. Contro i toscani è arrivato il suo primo gol tra i professionisti e sempre contro di loro, pochi mesi più tardi, è arrivato pure il sigillo numero uno in campionato.  

Esperienza

Poche apparizioni, ma sufficienti per spingere la Lazio a investire su di lui 7 milioni più 1,5 di bonus. Il primo anno nella Capitale, però, è andato solo leggermente meglio, con Sarri che lo ha impiegato complessivamente 602 minuti (spalmati su 30 presenze stagionali). Per questo è stato deciso di darlo in prestito all'inizio della stagione appena conclusa, con l'Empoli che ha scelto di dargli fiducia. Un'intuizione ripagata da buone prestazioni e un finale in crescendo, coronato da due ciliegine, il gol e l'assist nell'ultima gara con la Roma, quella che è valsa la permanenza in Serie A. Un bel biglietto da visita per tornare a casa e provare a dimostrare di meritare un'occasione, sia con la Lazio, sia con Tudor. Questo almeno è il suo desiderio. Bisognerà vedere se un attaccante del genere, con le sue caratteristiche e con una maturità diversa rispetto a quell'anno insieme a Verona, possa spingere il croato a inserirlo nel suo progetto tecnico alla Lazio. Una doppia seconda possibilità, insomma. Da giocarsi, nel caso, nel corso del prossimo ritiro di Auronzo di Cadore. 


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