ROMA - Intensità e palleggio. Qualità elevatissime, colpi dentro l’organizzazione tattica di Sarri. Da centrocampo in su, sta prendendo forma una Lazio da sballo. Il rebus appartiene alla linea difensiva, nuova e da plasmare. Mau ha cominciato a lavorarci ieri, quando sono entrati in campo per la prima volta Romagnoli, nuovo leader arretrato, Mario Gila, in arrivo dal Real Madrid Castilla, e Luis Maximiano, il portiere portoghese prelevato dal Granada. Nicolò Casale, il centrale ex Verona richiesto da gennaio, era arrivato sabato sotto le Tre Cime. Come Marcos Antonio, il brasiliano che incantava con lo Shakhtar di De Zerbi. Ha le doti innate della trasmissione di palla: velocità di pensiero e di tocco, se possibile evitando lo stop. Non ha la fisicità e il contrasto di Leiva, ma viaggia a velocità doppia. Se contano le distanze, la capacità di tenere la squadra corta, un play così leggero ma dinamico dovrebbe trasformarsi in un vantaggio. Sta nascendo una squadra a immagine e somiglianza di Sarri. Mai ferma, compatta, con la linea difensiva alta.
Idea
C’è un dato oggettivo. Lotito ha seguito il tecnico, scegliendo rinforzi congeniali al sistema di gioco. Mai successo in casa Lazio. Tare comprava. Poi toccava a Inzaghi, Pioli, Petkovic e Reja trovare un assetto e una posizione ideale ai nuovi. E’ capitato anche a Milinkovic e Luis Alberto, parlando (non a caso) dei più forti, arrivati a Formello senza un ruolo preciso. E’ una rivoluzione, dettata dalla convinzione che Sarri riesca a garantire un valore aggiunto. Tre anni di contratto sono un tempo giusto per provare a ripetere quanto gli riuscì con il Napoli, salendo in orbita scudetto. Una fabbrica dei sogni a Formello nel segno di Mau: 4-3-3, due titolari per ogni ruolo.
Costruzione
Seguendo dal vivo nove allenamenti e un’amichevole in cinque giorni di lavoro, l’impronta è apparsa riconoscibile. La stessa Lazio capace di venire fuori di prepotenza nel girone di ritorno del passato campionato, chiuso al quinto posto. Se possibile, spinta da un nuovo entusiasmo, dalla freschezza sprigionata dai nuovi. Lotito ha investito sul futuro. Sei acquisti ufficializzati: età media di 22,8 anni. Toccherà a Mau farli crescere, migliorare il prodotto, aiutarli a tirare fuori il talento. Nella passata stagione ha dato continuità a Zaccagni, ha cambiato la carriera di Cataldi (da troppi trascurato) e ha trasformato Patric in difensore centrale, oltre a restituire fiducia a Felipe. Il patrimonio tecnico è lievitato. Nei primi giorni di ritiro ha colpito l’impatto di Pedro e Basic. Lo spagnolo e Immobile garantiranno la personalità e l’esperienza a un gruppo ringiovanito. Giusto mix. L’ex Roma e il croato l’estate scorsa si erano accodati ad agosto saltando la preparazione. Lotito è partito in ritardo ma ha recuperato terreno, completando la Lazio a un mese esatto dal via del campionato. Altro vantaggio in autunno: solo Milinkovic, se verrà confermato, volerà in Qatar per il Mondiale e Sarri a dicembre potrà tornare a lavorare come preferisce. Sergej era e resta il principale rebus. Trattenere il serbo e Luis Alberto consentirebbe alla Lazio di non porsi limiti, di immaginare l’assalto alla Champions. Perderlo significherebbe rivedere il giudizio e pesare in modo diverso gli obiettivi legati alla prossima stagione. Non è finita qui. Sarri chiede un terzino sinistro (se partirà Hysaj), un mediano in luogo di Akpa Akpro, un centravanti di ruolo per dare il cambio a Immobile, anche se Cancellieri impressiona e ha confermato il talento di cui si erano accorti il ct Mancini e lo scouting azzurro. Non sappiamo se riuscirà a trasformarsi in un centravanti, di sicuro è strutturato, sa giocare di sponda e ha un sinistro spaventoso. Aggiungerà altri gol al secondo miglior attacco della Serie A. Se Sarri sistemasse la difesa...