Juve, mercato da 200 milioni ma il bilancio respira: il motivo

Sono stati decisivi gli addii di Chiesa, Szczesny, Rabiot e Alex Sandro per abbassare il monte ingaggi: i dettagli
Juve, mercato da 200 milioni ma il bilancio respira: il motivo© ANSA
Giorgio Marota
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Il monte ingaggi, una vetta altissima da scalare, oggi somiglia di più a una collina impervia. Guardandosi alle spalle, la Juventus vede infatti il lungo cammino cominciato nell’ultima fase della presidenza Agnelli e proseguito dalla nuova dirigenza. Basta un dato per inquadrare la tendenza: nel 2019-20, la stagione interrotta dal Covid, la Signora spendeva quasi 260 milioni lordi di stipendi (cifra monstre che infatti spinse il club verso le famose “manovre”, poi attenzionate dagli inquirenti), oggi meno di 118 milioni.  

Juve, la strategia 

Questa sforbiciata non è stata indolore: da quando al vertice della piramide si è insediato Scanavino, l’uomo di fiducia di Elkann, e la direzione tecnica è stata affidata a Giuntoli, la dieta economica è stata piuttosto drastica e ha portato come conseguenze un paio di sessioni di mercato a spesa zero (ne sa qualcosa Allegri) e il ridimensionamento degli obiettivi del club. Il monte ingaggi è sceso progressivamente e senza sosta: 216 milioni nel 2020-21, 180,9 nel 2021-22, 166 nel 2022-23, 125,6 nel 2 023-24. Mentre le spese venivano abbattute, la Juve non ha mai smesso di essere la società con più costi di gestione dell’intera Serie A. Eccoci però alla fotografia attuale: nonostante un mercato da 200 milioni, 53 dei quali con impatto diretto su questo bilancio e gli altri da rateizzare nei prossimi anni, la squadra ha comunque un costo a bilancio inferiore rispetto a quella che nella passata stagione svettava nella classifica delle rose più onerose d’Italia. 

La rivoluzione 

In questa finestra di trattative il roster è stato completamente stravolto con gli arrivi di Douglas Luiz, Di Gregorio, Thuram, Cabal, Kalulu, Nico Gonzalez, Francisco Conceiçao e Koopmeiners. Otto colpi top e varie cessioni prestigiose, quasi tutte indolori nell’ottica del progetto esclusivo di Motta: con gli addii di Szczesny (risoluzione contrattuale) e Chiesa (ceduto al Liverpool), gli accordi conclusi con Alex Sandro e Rabiot, i prestiti di Rugani (Ajax), De Sciglio (Empoli), Djaló (Porto, la Juve parteciperà al suo stipendio) e Miretti (Genoa) e le cessioni di Kean (alla Fiorentina) e Iling-Junior (all’Aston Villa), senza dimenticare la riduzione salariale di Pogba dopo la squalifica per doping, la Juventus ha cancellato emolumenti pesantissimi, di fatto finanziando gli stipendi dei nuovi arrivi e permettendosi anche il “lusso” di limare il monte ingaggi di circa 6 milioni. Negli ultimi mesi sono anche stati ritoccati gli stipendi di Fagioli, Yildiz, Bremer, Locatelli, Gatti e Cambiaso. L’obiettivo di Elkann era scendere sotto quota 100, ma sarebbe stato impossibile conciliare un’altra “accettata” con il tentativo di rinforzare la rosa per far decollare il nuovo progetto. L’allenatore è soddisfatto e la proprietà pare aver accettato di buon grado l’ennesimo lifting, anche se parziale. Il campo dirà se quello di Giuntoli è un compromesso vincente.


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