Chiesa e quelle lacrime a New York per la Juve: il retroscena

In tournée con la Fiorentina negli States nel 2019 voleva fortemente il club che ora lo ha scaricato: cos'è successo
Alberto Polverosi
3 min

Quella mattina la Fiorentina era stata in gita sull’Hudson. Tutti in barca, ad ammirare New York dal fiume. Luglio 2019, la tournée a casa di Commisso stava finendo ma c’era ancora qualcosa da risolvere, era la questione-Chiesa. Negli ultimi mesi della gestione precedente, quella dei Della Valle, era stato concluso dal diesse dell’epoca, Pantaleo Corvino, un accordo con la Juventus: Chiesa si sarebbe trasferito a Torino con una valutazione di 60 milioni, un pacco di soldi più Demiral e Spinazzola a Firenze. Poi però era arrivato Commisso che si era presentato con un annuncio: «Chiesa non sarà il mio Baggio». Boom. Firenze in festa, Federico a pezzi.

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Chiesa, la Juve e le lacrime a New York

Così, quella mattina, quando la squadra era scesa dal pullman dopo la gita in barca, Chiesa era rimasto seduto al suo posto. Sul pullman era salito Joe Barone. Parlarono mezz’ora, toni assai poco concilianti. Il nostro giornale titolò così quell’incontro. Prima riga, Chiesa: Viola, cedimi. Seconda riga: Barone: Neanche per mille milioni. Quando finalmente Federico scese dal pullman, aveva le lacrime gli occhi. Voleva la Juve a tutti i costi. Voleva quel contratto con un cifra tripla rispetto a quello che prendeva a Firenze. Voleva vincere. Voleva la gloria. Ne riparlarono ancora, nel Bronx, quando tutta la squadra era a pranzo da Enzo’s, nel mercato italiano di Arthur Avenue. Federico chiese a Barone un colloquio, si avviarono insieme verso un altro ristorante, lo Zero Otto Nove. Joe fu ancora più chiaro: «Tu da Firenze non ti muovi. Fine di ogni discorso, almeno per il momento».

Dall'Hudson al Po: Chiesa respinto dalla Juve

Alla Juventus andò l’anno dopo, quando Commisso per conquistare la piazza non aveva più bisogno di annunci risonanti, di decisioni politicamente forti, tant’è vero che, dopo Chiesa, alla Juventus ha ceduto anche Vlahovic e con la Juve continua ancora oggi a fare affari (Kean) sul mercato. L’economia ha quasi sempre la meglio sulla politica. Ora a Chiesa resta l’amaro ricordo delle famose lacrime dell’Hudson. Forse in questi giorni ci ha ripensato. Lui che non desiderava altro che la Juve, dalla Juve viene respinto, non lo vogliono più perché costa troppo, troppo per quello che produce, troppo per la nuova Juve che però sul mercato ha già investito 90 milioni e potrebbe arrivare ben oltre con Koopmeiners. Dall’Hudson al Po, dimenticando l’Arno, le lacrime si perdono nei fiumi della rabbia e della delusione.


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