Juve, intrigo Calafiori: gli scenari possibili

Il difensore lancia dei segnali: si sente pronto per il grande salto e poi a Torino ritroverebbe Motta
4 min

Ci sono tanti modi per rispondere con eleganza a un corteggiamento. Calafiori, divenuto un gigante anche con le parole, ha preferito non alimentare - almeno pubblicamente - l’interesse concreto della Juve, ma a quella stessa Signora domenica ha rivolto due carezze dialettiche direttamente dalla sala stampa di Coverciano, dopo aver parlato al passato del suo Bologna «soltanto perché i festeggiamenti sono finiti...». La prima: «Se sono qui in Nazionale è grazie a Thiago, che mi ha migliorato». Riccardo sa benissimo che Motta, prossimo a firmare coi bianconeri, lo vorrebbe portare a Torino. I due hanno già avuto modo di confrontarsi circa la necessità del tecnico di avere alla Continassa un centrale proprio con le caratteristiche di Riccardo: mancino, capace di impostare il gioco, marcatore ma al tempo stesso incursore e all’occorrenza terzino, ruolo dove peraltro è iniziata la sua carriera. La seconda “coccola” è quasi un assist ai tifosi: «Da quando sono nato credo che Chiellini sia stato il miglior difensore in assoluto».  Sono segnali che il direttore tecnico della Juventus, Giuntoli, ha ovviamente colto e apprezzato. E come lui, il resto dell’ambiente bianconero. Ed è così che a Torino sembrano sempre più convinti che valga la pena investire sul 22enne nato a Roma, cresciuto in giallorosso e passato anche da una personalissima odissea quando nel 2018 si frantumò letteralmente il ginocchio sinistro, il prediletto (tutti i legamenti, menisco e capsula). «Una cosa così accade di solito nel motocross, non nel calcio - dissero i medici - è un incidente che può succedere una volta ogni dieci anni». Calafiori si è rialzato e con il tempo, emigrando anche all’estero, ha trovato un percorso. All’inizio pareva una strettoia, oggi è un’autostrada verso il successo. 

Juve, intreccio per Calafiori 

Il Bologna valuta il suo cartellino tra i 25 e i 30 milioni e almeno ufficialmente lo reputa incedibile. Nel senso che farebbe di tutto per trattenerlo, almeno per la stagione dell’approdo in Champions League, anche perché in caso di vendita il 40% della cifra incassata andrebbe riversata al Basilea. L’ostacolo principale da superare riguarda proprio la resistenza di Sartori e Saputo, perché la volontà del ragazzo sembra abbastanza chiara: alla Juve andrebbe di corsa, non tanto per i soldi (il suo stipendio lieviterebbe rispetto ai 400 mila euro attuali) quanto per una questione di prospettiva a medio-lungo termine. Alla Juve gli hanno promesso di lottare subito per lo scudetto e di arrivare, in pochissimo tempo, a giocarsi pure l’Europa con una certa ambizione. Nelle intenzioni del club, uno come Calafiori rappresenterebbe la certezza della difesa per i prossimi 7-8 anni almeno, dentro un reparto che già in questa finestra estiva di mercato potrebbe subire grossi stravolgimenti. Si è parlato spesso, ad esempio, della clausola di Bremer: 61 milioni di euro, di cui 55 alla Juve e 6 al Torino (il 10%): se qualcuno dovesse bussare alla porta di Giuntoli con questa offerta, il brasiliano partirebbe. E potrebbe tra l’altro finanziare questa e altre operazioni di mercato. Ma c’è di più. La promessa della fascia a Rabiot, un rilancio che la Juve avrebbe servito al francese pur di convincerlo a restare e a firmare il rinnovo, avrebbe generato delle perplessità in Danilo, l’attuale capitano e leader indiscusso dello spogliatoio. La situazione è in evoluzione. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA