Perché questa non è una partita come le altre. È il calcio dell’ultimo decennio. È un revival di quei favolosi Anni 80. È l’epica d’un tempo vissuto. È costume. È Nord contro Sud e in questi 180 minuti tra andata e ritorno è pure il Sud (bianconero) contro il Sud (partenopeo). È persino retorica. È un romanzone popolare. È un viaggio nel passato. È una sagra degli ex - da Allegri a Giuntoli - che sta lì, a ricordare che i rimbalzi e le traiettorie d’un pallone appartengono alla vita. È Juventus-Napoli, scudetti contesi, conquistati, perduti, evaporati (in un albergo nel 2018), sublimati ognuno a modo proprio, di corto muso o con vantaggi spaziali, dominando un’epoca - dal triennio di Conte al quinquennio di Max alla stagione di Sarri - oppure demolendo chiunque, come ha fatto Spalletti. È un’ora e mezza che sta lì, riempie le pareti di Maradona e Platini, illumina e seduce con le movenze dei ricordi, poi s’allunga nell’immensità e sa pure di futuro, perché c’è sempre un domani. È Juventus-Napoli, un retroterra di pensieri spettinati che Cristiano Giuntoli, dopo i suoi otto anni tra Castel Volturno e Posillipo, ha ricominciato a sistemare dando un senso graffiante a questa vigilia, provando a portarsi qualcosa di “suo” dalla vetrina di quella gioielleria allestita con la propria cultura calcistica e sostenuta con gli investimenti di De Laurentiis, con il quale - pur tra baruffe cicliche - era riuscito a fondersi.
Juve, il sogno Anguissa
È Juventus-Napoli e già si riempie di contenuti esclusivamente tecnico-tattici, perché prima ancora che si cominciasse ad avvertirne l’aria, sotto sotto ma non troppo, la sfida è decollata altrove, a centrocampo, perché la Vecchia Signora è lì che ha bisogno di uomini e pure di corazzieri, di identità fatte e finite, di personalità sgargianti: e dando un’occhiata al proprio album, la “figurina” più ambiziosa - non ce l’ho (ma vorrei averla) - è stata istintivamente quella di Frank Anguissa, il colpo last minute di Cristiano Giuntoli dell’estate del 2021, un blitz silenzioso praticamente a costo zero (500mila euro di prestito) a Londra, con il Fulham, poi il riscatto nel 2022 a 15,5 milioni di euro e comunque un feeling mai sfiorito. Alla Juventus c’è necessità di autorevolezza, di fisicità e senza Pogba e Fagioli anche di elementi che garantiscano una umana rotazione che consentano all’allenatore di poter governare la stagione con le proprie aspirazioni. Cristiano Giuntoli è partito da lontano, si fa per dire, poi è andato dritto al cuore del problema: sapendo che Frank Anguissa ha una clausola da 45 milioni di euro che potrebbe liberarlo per l’estero, ha provato ad anticipare, ha chiesto attraverso il macrocosmo che agisce sul mercato la disponibilità di avvicinarsi al proprio centrocampista di riferimento e poi è rimasto impassibile, dinnanzi a «il Napoli non lo vende». Giuntoli prenderebbe subito Anguissa, perché il mediano-mezzala-leader è uno dei colpi di cui va maggiormente fiero, e si lascerebbe conquistare dalla tentazione nonostante il camerunense a gennaio debba andare in Coppa d’Africa: il Napoli, però, non ha intenzione di avviare trattative - e l’ha detto a chi di dovere - né intende eventualmente rinforzare una diretta concorrente per la Champions League; e Madame, che deve ancora guardare dentro di sé, nei propri conti, comunque non può spingersi ad osare e avvicinare le lecite valutazioni di 40-45 milioni di euro.
L'elenco di centrocampisti
C’è un elenco di centrocampisti che metà basterebbe, ma la Vecchia Signora deve decidere cosa fare, come farlo e anche quando farlo, dovendo lasciarsi orientare dal proprio budget, non dalle lusinghe della classifica che è insospettabilmente appagante, anzi di più. Una volta c’era la sosta, aiutava a capirsi e a svelarsi, ma quest’anno che si gioca sempre e continuamente, la Juve deciderà live di se stessa: Giuntoli stravede per Koopmeiners (25 anni), un altro che vale quanto un capolavoro d’arte, dunque una cinquantina di milioni; si era invaghito di Ederson (24), ma l’Atalanta è restia a dialogare ora e chissà se ci potrà pensare tra sei mesi; ha appena aggiunto nel proprio libro bianco Wieffer (24) del Feyenoord, una new entry assai stuzzicante, e non ha mai dimenticato - non sia mai - Samardzic (21) che richiederebbe una trentina di milioni di euro; Manu Koné (22) del Borussia Mönchengladbach; Phillips (28) del Manchester City e Sudakov (21) dello Shakhtar, che però dinnanzi ad Anguissa sparirebbero come per magia: sarebbe come calarsi dentro la felicità di un’era che gli è appartenuta. Juventus-Napoli, si gioca.