In tanti anni non avevo mai assistito a un fenomeno simile e altrettanto curioso: giornali importanti che fanno di tutto per evitare che un giocatore, Romelu Lukaku, arrivi alla Juventus e al tempo stesso esaltano - al fine di farlo trattenere - il collega che dovrebbe essere sostituito, venduto: l’incolpevole Dusan Vlahovic. Prime pagine, pezzesse e pezzogne (è anche un pesce buono se cucinato all’acqua pazza), fondi di disinvestimento, interviste a tifosi e tifose che devono dichiararsi contrari all’acquisto del centravantone.
Addirittura inviti accorati alla Juve ("John, dichiaralo incedibile!"). Uno spettacolo invero originale: come se alcune testate fossero solidali con l’ad dell’Inter Beppe Marotta, impagabile tessitore di rapporti, che Lukaku se l’è visto in qualche modo sfilare da sotto il naso. La demolizione dell’Uomo Lukaku, la cui colpa è quella di essere un filo volubile (non è il solo), è qualcosa di grottesco, a tratti intollerabile: visto l’andazzo, giorni fa un bravo giornalista de La Stampa, Roberto Pavanello, ha simpaticamente avanzato il sospetto che a uccidere John Fitzgerald Kennedy a Dallas, il 22 novembre di 60 anni fa, sia stato il nonno di Lukaku. Sono certo che dietro tutto questo non ci sia la mano di Marotta: lui è sempre stato per l’autonomia di pensiero. Già. Ad ogni modo la trattativa prosegue, come finirà ancora non si sa. Com’è andata fin qui, lo sanno tutti. In particolare gli juventini e la Juve, più forte di certi condizionamenti. Spero per lei.