Secondo uno studio degli astri, dei corpi celesti, degli ascendenti e dei discendenti, realizzato da Antonio Capitani, Paolo Fox, Riccardo Sorrentino e Branko, Dusan Vlahovic, nato il 28 gennaio e quindi dell’Acquario come Mourinho, Gasperini, Buffon, Galeone, Marino Bartoletti e il sottoscritto, porterà tanta fortuna alla squadra nella quale giocherà la prossima stagione. Invece Romelu Lukaku, 13 maggio, Toro come George Clooney, Valeria Marini, Ambra e Zeman, è destinato a trasmettere una montagna di sfiga.
Di questo è convinta anche una giuria popolare – di giurie, così come di rumba, tango e chacha, io me ne intendo – che ha stabilito l’insensatezza dello scambio Vlahovic-Lukaku più milioni perché Dusan «tira anche le punizioni», «ha avuto solo guai fisici», «è come De Niro», e «ho visto Romelu fallire dei gol». Il belga è peraltro inviso a grande parte della tifoseria bianconera, come opportunamente segnalato da una ricerca del Massachusetts Institute Of the Valley.
Vista l’insistenza con cui - da soli - stiamo sottolineando i vantaggi tecnico-tattici e finanziari dell’operazione, ieri un dirigente bianconero mi ha posto questa domanda: «Sei juventino?». Risposta: giammai, tengo il Bologna dalla nascita, ma se si va avanti così rischio di diventarlo.
Si scherza, su: banali, quasi dimenticate, dinamiche concorrenziali.
Il negoziato Juve-Chelsea è apertissimo, Giuntoli non ha fretta: sa perfettamente, però, che il suo arrivo deve coincidere con una significativa operazione in entrata, e l’acquisto di Lukaku lo è. Vlahovic è più giovane del belga, ma anche molto più caro: dal prossimo anno percepirà a uno stipendio di 24 milioni lordi (8 più 4 di royalties) che, uniti ai 19 dell’ammortamento, incrementerà notevolmente il costo complessivo fino a toccare i 43 milioni a stagione.
Big Rom è perfetto per l’attuale struttura della squadra – il centrocampo non è particolarmente qualitativo – e per le urgenze di società e Allegri, che ha ancora due anni di contratto ma non può permettersi stagioni come le ultime. Deve tornare a vincere, rispettando il dettato storico e per consentire alla Juve di cominciare a riequilibrare i conti senza il ricorso ad altre iniezioni di Elkann.
Sono convinto che con Lukaku la Juve guadagnerebbe posizioni nella pole scudetto, graduatoria che in questo momento vede al primo posto il Napoli (con Osimhen), davanti a Inter, Milan e Lazio. Le milanesi hanno cambiato molto, forse troppo, per esigenze differenti. Inzaghi dovrà rivedere molte cose, avendo perso l’asse portante della squadra (Onana, Skriniar, Brozovic, Dzeko, Lukaku). Anche Pioli sarà costretto a un superlavoro per armonizzare le tante novità, tutti ottimi giocatori, ma non del livello di Leao, Maignan e Theo, gli unici top. Isaksen, Kamada e Castellanos, aspettando Ricci e Mario Rui, offrono più soluzioni a Sarri, secondo a giugno, la cui unica perdita sensibile resta Milinkovic-Savic. A meno di due settimane dal via non sono preoccupato per Fiorentina e Atalanta (mercati intelligenti e migliorativi) mentre condivido la frustrazione di Mourinho che per non gettare benzina sul fuoco ha scelto – nell’intervista – di proteggere la società. Fino a quando resisterà? Poco, immagino. Nel giro di un mese ha visto dissolversi le idee Morata, Veliz, Scamacca e Arnautovic. Restano Quagliarella e Luca Toni. A meno che Zapata o Muriel...