Una telefonata accorcia la vita ma anche la distanza tra la Juve e Lukaku. Più chiamate servono a tranquillizzare il centravantone, il quale non vede l’ora che questa storia si chiuda. Positivamente, intendiamoci. I contatti telefonici tra Allegri e Big Rom sono abbastanza frequenti, anche durante la tournée americana l’allenatore ha avuto modo di confrontarsi con il belga: è una pratica - la chiacchierata esplorativa in remoto tra il giocatore ambito e il tecnico che lo cerca - decisamente comune, fisiologica direi, e inevitabile, specie quando una trattativa importante entra nella fase più calda. Il ruolo di Allegri è stato fin qui fondamentale: l’ha svolto con discrezione e sensibilità soprattutto per non urtare la suscettibilità di Dusan Vlahovic, dal momento che l’operazione non è stata ancora completata e che nel periodo del mercato imprevisti e ripensamenti sono all’ordine del giorno. La settimana che si apre è quella decisiva: Juve e Chelsea hanno in programma una call nel corso della quale gli inglesi devono alzare la cifra della contropartita economica per riuscire a soddisfare la richiesta dell’ad Scanavino, l’uomo dei conti e del “riassetto”. Inizialmente - secondo le informazioni che ci arrivano da Londra - le due società avevano fissato per domani l’appuntamento-chiave, non è escluso tuttavia che possa slittare a martedì. I contenuti economici dello scambio sono stranoti: la valutazione di Lukaku - che, per inciso, beneficia del decreto crescita - è quella che la Juve aveva indicato a metà luglio: 37,5 milioni più bonus. Dunque, una quarantina di milioni complessivi. Quella di Vlahovic - anch’essa segnalata più volte - è di 70/80. La volontà di Todd Boehly è chiara: vuole risolvere il più in fretta possibile l’ipotetica grana, visto che Lukaku non rientra nel progetto tecnico di Pochettino e che lo stesso giocatore non ha alcuna intenzione di restare a Londra: la scelta l’ha fatta a metà giugno quando a Bruxelles l’avvocato Ledure, che gli cura gli interessi, ha avuto il via libera e si è accordato con i bianconeri. Lo scambio Lukaku e milioni-Vlahovic è assolutamente vantaggioso per la Juve, in primis per l’aspetto tecnico-tattico e, in secondo luogo, per quello strettamente finanziario. Mi soffermo sul tema del campo: condivido in pieno la considerazione fatta da Bruno Longhi a Radio Sportiva. Riferendosi al mercato dell’Inter e portato sull’argomento centravanti mancante, ha detto: «Nel momento in cui hai beneficiato per due stagioni di attaccanti come Lukaku e Dzeko, per poter arrivare ad avere giocatori di questo livello su chi devi andare? Mbappé? Haaland? e poi chi? Il discorso impietoso per la dirigenza dell’Inter è che non si trova in giro un profilo simile». Vlahovic ha caratteristiche definite e non può essere snaturato: è un eccellente finalizzatore, un terminale, i sedici metri sono casa, non è portato a far giocare la squadra, ad allungarla. Non a caso le cose migliori le ha fatte a Firenze dove - con condizioni e obiettivi diversi da quelli di Torino - era chiamato a finalizzare. Può certamente migliorare nel movimento spalle alla porta, ma non potrà mai essere Dzeko, né Lukaku. Romelu è più completo, oltre che uno straordinario contropiedista, l’ideale per un tecnico che lavora molto sulle ripartenze e ha giocatori portati all’inserimento quali Chiesa, Rabiot, Weah e McKennie.