INVIATO A TORINO - Alla prima partitella, per altro davanti a oltre cinquecento tifosi, c’erano tutti. Il presidente Ferrero che ha scambiato quattro chiacchiere con Allegri, il ds Manna sempre a contatto con il responsabile dell’U23 Chiellini e lo scouting Tognozzi, anche Pessotto. Unici assenti l’ad Scanavino e il dt Giuntoli. Quest’ultimo è arrivato alla Continassa sul finire della mattinata: ha tardato perché la carne che ha sul fuoco è la più gustosa delle ultime settimane. L’obiettivo principale - sia chiaro - è sempre cedere, ben oltre gli esuberi che si alleneranno a parte. Bonucci, Zakaria, Arthur, Pellegrini, McKennie e Pjaca, con tutto il rispetto, in questa fase sono nulla in confronto a Vlahovic. Quei sei più che altro possono portare al taglio dei ricchi ingaggi ma il pezzo pregiato da piazzare in fretta è il serbo, per il quale la richiesta è di 75 milioni, poco trattabili ma raggiungibili con bonus.
Tempi
Un po’ di premura c’è, perché Lukaku è in attesa. Intanto il belga domani deve rispondere alla convocazione del Chelsea. I cinque giorni di permesso scadono oggi, Pochettino lo aveva detto: «Fa parte della squadra, mi aspetto che venga nel mio ufficio a salutarmi». Difficile che la Juve possa quagliare oggi. Non è un segreto che Vlahovic abbia estimatori importanti, tra cui il Psg che oltre a tanti soldi ha anche il sì del serbo. Però anche a Parigi tira la stessa aria: se non parte Ekitike, non si prende un altro. E la Juve sa bene che quando è così non esistono certezze. C’è chi ipotizza che Lukaku da domani al Chelsea possa cominciare ad allenarsi a parte, magari in un gruppo di giocatori in cerca di nuova sistemazione, di quelli che - proprio sul genere degli esuberi bianconeri - non vanno in tournée. Ma comunque, per la Juve, i margini restano: senza guardare fino al limite dei primi giorni di agosto, la settimana in più chiesta da Giuntoli a Lukaku sembra aver colto nel segno. Quindi ora sia il Chelsea che Lukaku aspettano la Juve. Che aspetta Vlahovic. E venerdì la Juve va negli States.
Pogba
Solo dopo aver risolto la questione attacco, il dt bianconero passerà a pensare al centrocampo. Dove, vuoi o non vuoi, c’è l’altro caso grosso. Paul Pogba continua a lavorare a parte, solo in palestra. E allora ieri niente prove di partita e niente esercitazioni sull’altro campo con Danilo, Rabiot e Fagioli. Sembra che chiunque sia sempre avanti rispetto al recupero del francese. Anche qui, però, il tempo stringe. Eventuali risposte si richiedono già a brevissimo termine: sabato c’è la sfida contro il Barcellona che inaugura la tournée statunitense, Pogba sarà presente perché per motivi commerciali non può mancare, ma giocherà? Il capitolo è vivo, sarà affrontato più o meno definitivamente a inizio agosto, quando anche le partite contro Milan e Real avranno dato qualche altra risposta su Pogba. E poi, sarà un caso, ma da oltre un mese alla Juve vengono accostati un giorno sì e l’altro pure Koopmeiners, Kessie, De Paul, Samardzic più altri due o tre emergenti in giro per l’Europa: tutti interni di metà campo che alla Continassa piacciono, tutti più o meno indicati per completare un reparto con Locatelli e Rabiot occupando la mattonella che nei piani di un anno fa era di Pogba. A proposito: i 150 milioni arabi per tre anni sono sempre lì che incombono.
Uscite
Nel frattempo due o tre dei sei esuberi bianconeri sono sempre vicini ai saluti. Eppure, in un mercato in cui si tende terribilmente al ribasso, quotazioni e formule non sono di semplice definizione. Comunque: Zakaria andrà al West Ham, probabilmente in prestito con riscatto; Arthur stessa cosa, in direzione Fiorentina; infine su Pellegrini c’è sempre la Lazio su richiesta di Sarri.