Dybala, questa non è più la tua Juve

Ventiquattr’ore prima dell’incontro fissato per oggi la società ha imposto il rinvio a fine marzo. Un brutto colpo per il giocatore che adesso si sente scaricato
Dybala, questa non è più la tua Juve© LAPRESSE
di Ivan Zazzaroni
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Rinviato: verosimilmente scaricato. L’appuntamento per il rinnovo di Dybala tra Maurizio Arrivabene, Federico Cherubini e Pavel Nedved da una parte e - dall’altra - Jorge Antun e Carlos Novel, l’agente e il responsabile commerciale di Paulo, da tempo fissato per oggi, ha subìto un clamoroso slittamento. Spiazzati Antun, arrivato a Torino dall’Argentina, e Novel, convocato all’ultimo da Barcellona, e spiazzatissimo Dybala. Stiamo facendo altre valutazioni e riflessioni, nulla di drammatico: questa la posizione ufficiosa della società. Di ufficiale, nulla, se non il continuo moltiplicarsi di interrogativi che portano a una sola conclusione: da mesi la Juve pensa di poter fare a meno del “fragile” e costoso capitano, lasciandolo libero di trovarsi un’altra casa.

Per la verità, pare che nel corso della riunione del 17 dicembre il management avesse comunicato a Antun di ritenersi libero di firmare per altri (manca tuttavia la conferma del procuratore argentino) dal momento che le sue richieste economiche non erano state considerate in linea con i nuovi programmi. La proposta, in precedenza accolta dal club, era di 9,2 milioni netti a stagione per 4 anni e mezzo più 2,5 di bonus in parte cumulativi negli anni a seguire. Un investimento, per la Juve, da 100 milioni. In seguito era stato aggiunto il carico dei diritti d’immagine, peraltro onerosi, che in un secondo tempo lo stesso Dybala aveva però chiesto di escludere dalla trattativa proprio per facilitarne la definizione: la sua priorità era (e resta) la permanenza a Torino.

Ora, come deve essere valutato il sorprendente rinvio imposto dalla Juve, nonostante si parli di un appuntamento a fine marzo, tra il 23 e il 25? L’unica italiana ancora impegnata in Champions non vuole affrontare alcun discorso sul futuro prima di sapere se l’avventura europea proseguirà? E, sentendosi fuori dal progetto, Dybala chiederà ad Antun di ascoltare finalmente i club che in questi mesi si sono fatti avanti con lui per ottenere informazioni sullo stato delle cose e sulle richieste economiche?

Paulo non vive su Marte, è un ragazzo particolarmente intelligente e sensibile e ha ben presente la situazione finanziaria del club: per restare sarebbe disposto ad abbassare le pretese. Ops, altra domanda: siamo poi sicuri che la Juve si sarebbe presentata all’appuntamento di oggi con una controproposta o ha semplicemente optato per il rinvio proprio per evitare rotture a pochi giorni dal ritorno con il Villarreal? E Allegri cosa pensa, da che parte sta? Ha sempre ritenuto Dybala un giocatore importante, tecnicamente unico, e non gli ha mai fatto mancare il sostegno, tanto in pubblico quanto in privato. In questa fase di rinnovamento e con alcuni importanti vuoti tecnici da colmare (il dopo-Chiellini, un play di livello) non è più in grado di garantire al capitano la centralità: lo vorrebbe tenere, trattandolo alla pari delle altre prime scelte.

È da tempo che ci siamo risvegliati dall’ingannevole Sonno Tattico, ovvero dall’illusione di vivere la stagione dei panchinari giganti che, sulle orme dell’antico sacchismo e del guardiolismo, originavano il contismo, il sarrismo, l’allegrismo e altri “ismi “, escluso il mourinhismo che vive di virtù proprie non trasmettibili. Proprio con Dybala, Ibra, Lukaku, Ronaldo e altri prodigi come Osimhen, Leao e Insigne abbiamo ritrovato il calcio vero, quello dei campioni che hanno conquistato - loro sì, Maradona, Platini, Van Basten, Baggio, Del Piero, Totti - il mondo, il pianeta. Con buona pace degli allenatori, che se fossero a loro volta campioni del mestiere si opporrebbero al ripudio delle Grandi Bellezze. Chiudo: a parte Mou e i romanisti, il pubblico televisivo del calcio è davvero disposto ad amare i registi più degli interpreti principali e dei loro film?


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