Inter, retroscena Pavard: la chiamata di Inzaghi e le lezioni di 352

Il francese ieri si è allenato con il Bayern, che aspetta l’arrivo del sostituto per farlo partire. Sensi partirebbe se dovesse arrivare un centrocampista più strutturato
Pietro Guadagno
4 min

MILANO - La pazienza è la virtù dei forti. E l’Inter dovrà averne ancora per vedere apparire Pavard. Attenzione, nessun intoppo nell'operazione: semplicemente, prima di dare il via libera alla partenza del francese per l’Italia, il Bayern vuole avere la certezza di essere in dirittura d’arrivo per il sostituto. Potrebbe essere questione di poche ore, ma è difficile che domani sia il giorno dello sbarco, ma non è da escludere che si slitti verso il weekend. Nel mirino dei bavaresi c’è Geertruida del Psv Eindhoven, ma i discorsi non sono così avanzati e, in ogni caso, ci sono pure un altro paio di profili oggetto di valutazione. Sta di fatto che ieri Pavard si è allenato ancora con il Bayern: evidentemente con uno stato d’animo diverso rispetto ai giorni scorsi, avendo ottenuto ciò che voleva, ovvero fare le valigie e indossare i colori nerazzurri. Toccherà aspettare anche lui, ma il problema è relativo, dopo che i club hanno trovato l’accordo sulla base di 30 milioni di euro più altri 3 come bonus, legati ai traguardi dell’Inter e quindi non semplici da raggiungere. Il difensore, invece, una volta atterrato a Milano e svolte le visite mediche, firmerà un quinquennale da 5 milioni.

Inter-Pavard, primo contatto

In attesa c’è anche Inzaghi. A questo punto, però, anche la sua è piuttosto dolce. Pavard, infatti, è il rinforzo che chiedeva per la difesa, ovvero un elemento di spessore e di profilo internazionale; ma anche un giocatore abile con i piedi e portato a partecipare e accompagnare l’azione, come Bastoni sul centro sinistra, non un semplice difensore. Inzaghi, comunque, non ha perso tempo e si è già messo in contatto con il francese, spiegandogli come intende impiegarlo e cosa si aspetta da lui. Pavard è pronto a mettersi a disposizione. Tra i motivi della sua decisione di lasciare il Bayern c’è proprio il desiderio di non fare più il terzino. Il braccetto, ruolo che ha già interpretato, invece, sembra quello più calzante per le sue caratteristiche: non c’è bisogno di spingere come un laterale, ma le doti tecniche possono emergere e fare la differenza. In questo senso, Pavard non sarà un altro Skriniar, che aveva dovuto costruirsi come componente di una linea a 3, essendo fondamentalmente un marcatore. Probabile che quello con Inzaghi non sia stato l’unico contatto tra il cellulare di Pavard e l’universo nerazzurro. Alla Pinetina, infatti, ci sono pure Sommer, compagno di squadra per 6 mesi proprio al Bayern, e soprattutto Thuram, connazionale e “collega” nella nazionale transalpina. Facile che il difensore si sia fatto dare qualche indicazione su ciò che lo attende a Milano.

Le riflessioni del Tucu

Ad ogni modo, il mercato dell’Inter non si concluderà con Pavard, almeno è quello che si augurano in viale Liberazione, visto che dipende sostanzialmente da Correa. La verità è che il Tucu sta per la prima volta prendendo in considerazione e valutando la possibilità di lasciare la squadra nerazzurra: ancora non ha deciso, ma pare ci sia una preferenza per l’estero (interesse di Betis Siviglia o Bournemouth) piuttosto che per il Torino. Per prendere il suo posto, comunque, è già pronto Sanchez, che da una ventina di giorni ormai è attaccato al telefono in attesa della chiamata di Marotta e di Ausilio. L’altro e ultimo fronte che si potrebbe aprire riguarda Sensi. Qualora, infatti, saltasse fuori l’opportunità di aggiungere un centrocampista con chili e centimetri, allora Sensi potrebbe partire. Altrimenti, resterà.


© RIPRODUZIONE RISERVATA