Fiorentina, Nico Gonzalez in bilico: parte la rivoluzione in avanti

Terracciano, Dodo, Milenkovic, Biraghi e Parisi i punti fermi. Belotti via, lo seguirà anche Nzola: la situazione
Fiorentina, Nico Gonzalez in bilico: parte la rivoluzione in avanti© LAPRESSE
Francesco Gensini

Tutto da stabilire, tutto molto aleatorio, perché Atene è ancora dietro l’angolo col suo carico di ombre e di spettri, e perché tra vincere o non vincere un trofeo internazionale c’è una bella differenza. Anche e soprattutto per programmare il futuro. Che a grandi linee i dirigenti viola avevano in mente se la Fiorentina fosse tornata con la Conference League da mettere in bacheca al Viola Park e che invece adesso, come minimo, va ridiscusso, smontato e rimontato pezzo per pezzo, sempre seguendo quelle che saranno le indicazioni e le ambizioni dettate da Rocco Commisso. E dal nuovo allenatore.

Fiorentina, chi resta

Interessante, comunque, è lo spunto che viene proprio dalle parole di Vincenzo Italiano pronunciate ad Atene nel pieno della tempesta sconquassante provocata da amarezza, delusione e frustrazione. «C’è una base importante e sono convinto che molti di questi calciatori resteranno a far parte del gruppo-squadra». Nella questione in oggetto, che Italiano sarà o non sarà (e non lo sarà) l’allenatore viola dalla prossima stagione in avanti è un aspetto secondario, mentre quello primario riguarda il succo delle parole: ma chi rimane a Firenze anche nella nuova Fiorentina? Di sicuro, come dice l’allenatore siciliano, viene da pensare e dire Dodo, Kayode, Milenkovic, Biraghi, Beltran e Sottil, nel mix di contratti lunghi, investimenti e rappresentatività da dividere per ognuno di essi nelle specifiche considerazioni che sa però solo il club. Difficile, poi, credere a una separazione da Terracciano, straordinariamente decisivo nella sua normalità, e non per il contratto a scadenza 2025 firmato a ottobre 2022. Però, la Fiorentina un portiere lo sta cercando e allora Christensen (pagato sei milioni l’estate passata) tanto certo di rimanere non è. Se arriva l’offerta giusta.


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Fiorentina, chi parte

Detto che Mandragora e Kouame per vie differenti sono destinati a rimanere (meno probabile Duncan, però va discussa la posizione del ghanese), i prestiti torneranno da dove sono venuti: chi come Arthur perché riscattarlo costa troppo (venti milioni, più ingaggio fuori budget da garantire), chi come Maxime Lopez per il rapporto qualità-prezzo non soddisfacente (il riscatto dal Sassuolo costa nove milioni), chi come Faraoni per aver già fatto quello che era stato preso per fare. Per tutti vale una condizione: a meno che non venga trovata la forma di un nuovo prestito, perché in quel caso i singoli scenari potrebbero cambiare. A proposito di contratti lunghi: Gonzalez ne ha sottoscritto uno fino al 2028 nel settembre scorso, ma andare oltre il 50 per cento di conferma dell’argentino sarebbe un azzardo al momento per mille motivi. Stesso discorso per Quarta, molto più accentuato per Ikoné, mentre il contratto in scadenza porterà verosimilmente sia Bonaventura che Castrovilli lontani da Firenze, pur tenendo un margine in vista degli incontri che ci saranno tra le parti.

Fiorentina, la situazione in attacco

Last but not least, ultimo ma non per importanza, il centravanti. Un centravanti da doppia cifra di gol, un centravanti che come si dice faccia reparto da solo nel momento favorevole e specialmente nel momento del bisogno, un centravanti che sappia dare riferimenti, un centravanti che ti risolve la partita magari dopo aver strizzato l’occhio alla latitanza per novanta minuti o magari anche centoquindici: sì, certo, l’esempio doloroso di El Kaabi volenti o nolenti è lì a indicare la direzione da prendere sul centravanti che serve davvero alla Fiorentina. E non sarà né Belotti e né Nzola.


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Tutto da stabilire, tutto molto aleatorio, perché Atene è ancora dietro l’angolo col suo carico di ombre e di spettri, e perché tra vincere o non vincere un trofeo internazionale c’è una bella differenza. Anche e soprattutto per programmare il futuro. Che a grandi linee i dirigenti viola avevano in mente se la Fiorentina fosse tornata con la Conference League da mettere in bacheca al Viola Park e che invece adesso, come minimo, va ridiscusso, smontato e rimontato pezzo per pezzo, sempre seguendo quelle che saranno le indicazioni e le ambizioni dettate da Rocco Commisso. E dal nuovo allenatore.

Fiorentina, chi resta

Interessante, comunque, è lo spunto che viene proprio dalle parole di Vincenzo Italiano pronunciate ad Atene nel pieno della tempesta sconquassante provocata da amarezza, delusione e frustrazione. «C’è una base importante e sono convinto che molti di questi calciatori resteranno a far parte del gruppo-squadra». Nella questione in oggetto, che Italiano sarà o non sarà (e non lo sarà) l’allenatore viola dalla prossima stagione in avanti è un aspetto secondario, mentre quello primario riguarda il succo delle parole: ma chi rimane a Firenze anche nella nuova Fiorentina? Di sicuro, come dice l’allenatore siciliano, viene da pensare e dire Dodo, Kayode, Milenkovic, Biraghi, Beltran e Sottil, nel mix di contratti lunghi, investimenti e rappresentatività da dividere per ognuno di essi nelle specifiche considerazioni che sa però solo il club. Difficile, poi, credere a una separazione da Terracciano, straordinariamente decisivo nella sua normalità, e non per il contratto a scadenza 2025 firmato a ottobre 2022. Però, la Fiorentina un portiere lo sta cercando e allora Christensen (pagato sei milioni l’estate passata) tanto certo di rimanere non è. Se arriva l’offerta giusta.


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