Tutto da stabilire, tutto molto aleatorio, perché Atene è ancora dietro l’angolo col suo carico di ombre e di spettri, e perché tra vincere o non vincere un trofeo internazionale c’è una bella differenza. Anche e soprattutto per programmare il futuro. Che a grandi linee i dirigenti viola avevano in mente se la Fiorentina fosse tornata con la Conference League da mettere in bacheca al Viola Park e che invece adesso, come minimo, va ridiscusso, smontato e rimontato pezzo per pezzo, sempre seguendo quelle che saranno le indicazioni e le ambizioni dettate da Rocco Commisso. E dal nuovo allenatore.
Fiorentina, chi resta
Interessante, comunque, è lo spunto che viene proprio dalle parole di Vincenzo Italiano pronunciate ad Atene nel pieno della tempesta sconquassante provocata da amarezza, delusione e frustrazione. «C’è una base importante e sono convinto che molti di questi calciatori resteranno a far parte del gruppo-squadra». Nella questione in oggetto, che Italiano sarà o non sarà (e non lo sarà) l’allenatore viola dalla prossima stagione in avanti è un aspetto secondario, mentre quello primario riguarda il succo delle parole: ma chi rimane a Firenze anche nella nuova Fiorentina? Di sicuro, come dice l’allenatore siciliano, viene da pensare e dire Dodo, Kayode, Milenkovic, Biraghi, Beltran e Sottil, nel mix di contratti lunghi, investimenti e rappresentatività da dividere per ognuno di essi nelle specifiche considerazioni che sa però solo il club. Difficile, poi, credere a una separazione da Terracciano, straordinariamente decisivo nella sua normalità, e non per il contratto a scadenza 2025 firmato a ottobre 2022. Però, la Fiorentina un portiere lo sta cercando e allora Christensen (pagato sei milioni l’estate passata) tanto certo di rimanere non è. Se arriva l’offerta giusta.