BOLOGNA - Domani pomeriggio il Bologna ricomincerà a lavorare dopo la batosta di Enschede contro il Twente. Davanti a Sinisa Mihajlovic, ecco la bella notizia, che a meno di contrattempi avrebbe programmato il suo ritorno a Casteldebole. Ed già è bello sapere per tutto il governo e la squadra rossoblù che Sinisa ci sarà. Perché è vero che il Bologna va obbligatoriamente rafforzato essendo almeno a oggi inferiore rispetto a quello di ieri, è vero anche che in Olanda nella prima parte la squadra ha sbagliato l’atteggiamento e commesso errori tattici di squadra molto gravi, vedi i primi tre gol mentre il quarto ce l’ha interamente sulla coscienza Skorupski, ma al di là dei nomi e cognomi sui quali stanno lavorando Giovanni Sartori e Marco Di Vaio, e i rinforzi dovranno essere almeno 4, l’acquisto più importante per il Bologna sarà il ritorno di Mihajlovic. Sì, la sua presenza sarà addirittura fondamentale per la squadra, che ha bisogno del proprio allenatore, perché un conto è dover ascoltare (ad esempio) la sua inevitabile arrabbiatura in collegamento video come è accaduto al termine della partita contro il Twente e un conto è viverla a quattr’occhi. Come, tanto per capirci, accadrà domani a Casteldebole, perché a Sinisa tante cose non saranno andate giù per quello che è stato il comportamento dei propri calciatori nel primo tempo ed è facile immaginare che Miha parlerà in modo chiaro e fermo a tutti, non dimenticando che tra poco più di una settimana sarà giocata la partita di Coppa Italia contro il Cosenza e che la settimana successiva comincerà il campionato.
Fenucci, un segnale di allarme
Inutile nasconderlo, tutto il Bologna aspetta Sinisa, avverte la necessità che torni, e ieri al termine dell’incontro che ha avuto con il sindaco Matteo Lepore per quanto riguarda lo stadio lo stesso amministratore delegato rossoblù Claudio Fenucci ha battuto forte su questo tasto, ritenendolo addirittura fondamentale per il futuro della squadra. Ha cominciato prendendola alla larga Fenucci, «l’allenatore è presente, ci sentiamo, Giovanni Sartori ci parla tutti i giorni, ma quando tornerà e come tornerà dipende da tanti fattori. Più passa il tempo e più la sua incidenza sul gruppo aumenterà e questo mi conforta», ma poi ecco che ha affondato il colpo, e se quello di Fenucci non è un segnale di allarme, poco ci manca. «Effettivamente una squadra ha comunque bisogno del proprio allenatore e quindi spero che Sinisa torni presto. Questo non significa che lo staff non sia all’altezza, tutt'altro, però un allenatore ci vuole, almeno la presenza ci vuole. Quali possono essere i tempi? Non li conosciamo, sono legati a fattori personali, del suo percorso parlerà eventualmente Sinisa quando lo vorrà». E il pensiero di Fenucci è quello di tutta la società, che già era preoccupata prima di Enschede e che dopo lo è diventata ancora di più, alla luce di una prestazione sbagliata in tutti i sensi.
Bologna, non deve essere un alibi
Detto che l’assenza di Sinisa fin qua non deve rappresentare un alibi né per il governo rossoblù né per la squadra, vanno fatte due sottolineature. La prima riguarda i calciatori: ancora una volta saranno chiamati a dare il 101% anche come attenzione e come applicazione, considerato che almeno l’impegno non lo hanno mai fatto mancare, e questo dovrà accadere anche quando Sinisa non potrà esserci. La seconda riguarda la società e soprattutto Joey Saputo, soprattutto dopo che nelle casse sono arrivati più di 53 milioni di euro per le cessioni di Hickey, Svanberg e Theate: la realtà che sta vivendo il Bologna deve convincere i capi a costruire una squadra ancora più forte, a investire su quelle che sono le prime scelte e non a buttarsi sulle seconde o sulle terze solo perché costano 1 milione o 1,5 in meno, anche perché quello che semini poi lo raccogli sempre. Questo è il momento di non guardare a spese, restando entro certi limiti è chiaro, e di fare in fretta. Più in fretta possibile.