Il mercato in entrata della Juve è oggi limitato dall’indicatore di liquidità e potrà essere sbloccato solo da cessioni o versamenti (ad oggi improbabili) dell’azionista. Cos’è questo parametro che perfino un ex bancario come Sarri ha recentemente ammesso di «non avere ben capito cosa c. sia»? È il semplice rapporto aritmetico tra le attività correnti (cioè i crediti, la liquidità e tutti i valori iscritti nell’attivo di bilancio che possono trasformarsi in cassa entro 12 mesi) e le passività correnti, cioè i debiti e le altre somme dovute entro la stessa scadenza. In un mondo ideale, un’azienda dovrebbe pareggiare gli impegni finanziari imminenti con attività di pari scadenza; quindi, l’indice dovrebbe essere almeno pari a uno. Se, ad esempio, deve pagare debiti per 100 milioni, si presume possa contare su almeno 100 milioni di entrate per non rischiare di cadere in deficit di cassa. Per prevenire situazioni patologiche, l’indice viene monitorato con attenzione. Nel calcio, le società invocano regole troppo morbide, così la Figc ha dovuto lottare per elevare la soglia minima a 0,6. La contestazione formale dell’infrazione, notificata alla Juve dagli organi federali a giugno, è quindi un atto dovuto.
Juventus, i conti della semestrale
Nell’ultima semestrale bianconera c’erano 193 milioni di attivo corrente contro 346 di passivo corrente. Il rapporto era quindi già al limite ma, alla data di rilevazione dell’indicatore (marzo 2023) un bond da 170 milioni emesso nel 2019 (il CR7 bond) da rimborsare a febbraio 2024 è caduto entro i 12 mesi. Per ripristinare la situazione ne servono 100 di cassa o di crediti liquidi oppure bisogna coprire ogni operazione in entrata con uscite almeno di pari importo. La Juventus ha coperto l’acquisto di Weah (10 milioni) con la cessione a titolo definitivo di Kulusevski ma i margini di manovra ora sono stretti. Una situazione che rende, a maggior ragione, necessaria la cessione di Vlahovic senza la quale (ma era già scontato) non potrà arrivare Lukaku. Peraltro, il contratto del serbo è assai oneroso, prevedendo scatti automatici che ne portano il costo a 12 milioni netti annui. Un meccanismo che la vecchia dirigenza aveva concesso al centravanti nell’aspettativa di una cessione molto lucrativa in Premier, sperando che il suo valore si sarebbe impennato. Circostanza non realizzatasi per diversi fattori.
Vlahovic, la chiave del mercato della Juve
Non è la prima volta che la Juve buca l’indicatore. A settembre 2021 era stato rilevato a 0,57, dunque sotto la soglia critica. Perciò Exor aveva versato un anticipo di 75 milioni sull’aumento di capitale, già deliberato dalla società, che sarebbe stato collocato a dicembre, così da consentire l’operatività nella sessione di gennaio 2022. Quella, tra l’altro, in cui fu acquistato Vlahovic che oggi sarebbe la chiave per sbloccare il mercato odierno. Non sono previsti aumenti di capitale imminenti ed è dunque improbabile che Exor possa intervenire, ammesso che lo voglia. Nel prossimo futuro, il rimborso del bond a febbraio 2024 pone un tema di liquidità che andrà reperita con emissione di nuovo debito o chiedendo un nuovo intervento agli azionisti.