La nuova generazione dei numeri 8

Il commento di Alberto Polverosi su Davide Frattesi e l'evoluzione del ruolo di mezzala
La nuova generazione dei numeri 8© Getty Images
Alberto Polverosi
4 min

Dove lo trovo Frattesi? Lassù. O meglio, un attimo fa era qui, sulla linea di metà campo, e ora è lassù, in area di rigore. Si può chiamare in tanti modi, “strappo”, “rimorchio”, “inserimento”, come dice il suo allenatore Dionisi «copre campo come pochi» e come pochi lo riempie in un baleno, diventando l’ospite più indesiderato nell’area avversaria. Davide Frattesi è un giocatore in continua evoluzione, è uno degli interpreti più interessanti di un ruolo in cui il calcio italiano sta diventando sempre più ricco. È un vecchio numero 8 che ci riporta ai tempi di Tardelli, sono giocatori che danno qualità nella quantità. Non cesellano, ma hanno testa, gamba e al tempo stesso un buon piede. Oggi il “capo” di quel ruolo è Nicolò Barella, a 26 anni ha già alle spalle 7 campionati di Serie A, più la Champions, più la Nazionale. Poi Pessina classe ’97, Tonali classe 2000, Frattesi classe ’99 e presto si aggiungeranno a questo gruppo Bove 2002 e Fagioli 2001, Miretti e Fazzini 2003, ora in rampa di lancio. In attesa di ritrovare il “10" (Baldanzi?), possiamo scaldarci col rilancio degli “8" di casa nostra. Ovviamente, ciascuno con caratteristiche proprie e diverse dagli altri. Quelle di Frattesi spingono nella direzione più offensiva. Negli ultimi due campionati di Serie A il centrocampista romano ha segnato 11 gol in 72 partite nel Sassuolo, tanto per restare ai giovani top si può ricordare che Tonali ne ha fatti 7 in 70 gare nel Milan e Barella 9 in 71 partite nell’Inter.

Punti di forza e aree di miglioramento

La forza di Frattesi è l’irruzione, un senso del gol assai spiccato per un centrocampista come si è visto anche in Nazionale, durante la Nations League, ma rispetto a Tonali e Barella ha meno visione di gioco e un livello tecnico inferiore. Sono gli aspetti in cui deve migliorare: ha finito il campionato senza un assist, mentre i due milanesi ne hanno piazzati 7 a testa. Ha bisogno di lavorare anche sul piano difensivo, nonostante i progressi in questo biennio sotto la guida di Dionisi. «Ci mette molta dedizione, ha corsa, intensità, spesso arriva a rubar palla e non è una cosa da poco per un centrocampista», ha detto di recente il suo allenatore. In ogni caso è pronto per il salto e anche questo lo ha dimostrato, anzi, confermato, nei giorni scorsi quando Mancini lo ha impiegato da titolare in azzurro. Lo seguono Inter e Roma, ma farebbe comodo anche al Milan per sostituire Tonali, così da creare, in certe occasioni, un centrocampo di ex empolesi con Bennacer e Krunic. L’Inter ha già Barella dal quale Frattesi potrebbe imparare alcuni movimenti nel recupero difensivo: Calhanoglu a dirigere, Barella e Frattesi a turno (o tutt’e due insieme, con le dovute coperture) a inserirsi, un assetto del genere diventerebbe uno dei punti di forza di Inzaghi, nessuno ha due mezze ali così forti nel rimorchio, capaci di sorprendere a fari spenti le difese avversarie, senza dimenticare la tecnica di Mkhitaryan. Tuttavia è la Roma la squadra che potrebbe ottenere maggiori benefici dall’arrivo del suo ex giocatore. Nell’ultimo campionato i centrocampisti di Mourinho (Matic, Bove, Cristante, Pellegrini e Wijnaldum) hanno segnato 10 gol in 5, appena tre in più del solo Frattesi. Alla Roma mancano le reti di un interno che in questo caso avrebbe la copertura totale di un mediano forte, autorevole e tatticamente intelligente come Matic.


© RIPRODUZIONE RISERVATA