Ieri notte alle 2 Paulo Dybala ha detto sì alla Roma, oggi la società prova a chiudere. C’è voluta anche la chiamata di Mou, una settimana fa, quella che nel bel mezzo di un mercato demenziale vuol dire «Paulo, ci tengo davvero ad averti con me. Ci divertiremo insieme. E vinceremo». Come e più di una stretta di mano (di una volta). Un contratto con i numeri non detti - fra gentiluomini - ma risaputi. Dunque arriva Dybala ed è tutto merito di Mourinho? A Milano qualcuno avrebbe detto subito “grazie a Moratti”, nobile quanto amabile spendaccione.
I Friedkin, che navigano senza mostrar bandiere con coperture radar efficienti, risultano - eccome! - perché pagano dopo prudenti analisi e aperti confronti con il tecnico. Ma un merito bisogna darlo anche a Tiago Pinto, tormentato dai numeri e da ostacoli d’ogni genere, e a Maurizio Lombardo, dybaliano della prima ora, uomo di calcio, e in qualche modo anche a Totti, al suo incoraggiamento solare, al 10 tolto dall’archivio dei sogni, dalla naftalina che conserva mere usanze tribali: un gesto d’accoglienza prima dell’abbraccio popolare.
Tutto pronto per la festa? Il tiro alla Joya, cominciato da Marotta, s’è arricchito via via di concorrenti, hanno messo in lista d’attesa anche il Milan dei Fondi, il Monza del Cavaliere, e perfino De Laurentiis. Paulo al Napoli ci sarebbe stato come un vestito nuovo. Ma verrà pur giorno che i Patron pagatori si metteranno d’accordo per calmierare e non ingrassare il mercato. S’è già letto del “povero” Dybala che ha fatto le bizze in Casa Juve pretendendo 100 e invece, illuso, si dovrà accontentare di 50, di 20, fin di 10. Come se fosse moneta del Monopoli, il gioco che si faceva quando gli unici soldoni erano finti.
L’ultima parola è toccata a lui, indeciso a tutto, fuori dal campo, ripudiato più della manzoniana Ermengarda, più di Soraya, cacciata dallo Sciá dal trono di Persia che tuttavia proprio a Roma trovò gli ultimi amori. A lui che nel 2020 rifiutò 12 milioni netti l’anno della Juve e in seguito tergiversò con lo United, il Tottenham di nuovo la Juve. Daje, Paulo, Roma è un altro mondo. Il tuo.