MILANO - Non giocava da quasi tre settimane. Dopo quella maglia da titolare con il Cagliari, infatti, Eriksen era rimasto a guardare con Napoli, Spezia e Crotone, mentre per l’ultima gara del 2020, a Verona, aveva avuto il permesso di tornare in Danimarca per assistere alla nascita della figlia. Quindi, la scelta di Conte, di puntare su di lui per tentare di recuperare il risultato con la Sampdoria, ha destato un pizzico di inevitabile sorpresa. Tanto più che l’ex-Spurs è sul mercato da tempo e giusto lunedì è cominciata la sessione di gennaio. E’ vero che non risultano offerte concrete per lui, ma ormai appare sempre più fuori dal progetto. Il Psg continua a non farsi avanti, e a questo punto sembra sempre più difficile che accada. Non arrivano segnali nemmeno da Arsenal o Manchester United. Per la verità, ci sono stati timidi sondaggi di West Ham e Aston Villa, la sensazione, però, è che non siano sistemazioni particolarmente gradite ad Eriksen.
Insomma, alla luce degli effetti prodotti dagli ultimi suoi ingressi in corsa (4 volte su 4 risultato cambiato a favore dell’Inter), sembrava più logico che, ieri pomeriggio, toccasse a Sensi. Invece, forse a causa della pioggia battente e di un terreno divenuto pesantissimo, il tecnico nerazzurro ha preferito non correre rischi con l’ex-Sassuolo, reduce da una lunga serie di infortuni, che se n’è rimasto in panchina fino al 96’. E chissà, magari, si aspettava che, tra corner e punizioni, con la difesa blucerchiata in costante sofferenza sui palloni alti, almeno stavolta Eriksen potesse tirare fuori qualcosa di buono dal suo cilindro.