El Shaarawy e Castrovilli, ecco la Roma del futuro

Aspettando il passaggio di proprietà, le idee di Friedkin sono chiare
Stephan El Shaarawy (Shanghai Shenhua)© Getty Images
Roberto Maida
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ROMA - Rivoluzione nella continuità. La Roma deve gestire una strana transizione a tutti i livelli che inciderà sui programmi della società. Dando per scontato il passaggio di proprietà da Pallotta a Friedkin, che i due imprenditori intendono formalizzare quando sarà più chiaro lo scenario internazionale, la ristrutturazione sarà più morbida di quanto ipotizzato in precedenza: il Coronavirus sta fermando il mondo e di conseguenza i piani industriali di quasi tutte le società di calcio. E così anche un dirigente che sembrava fuori dal nuovo progetto, Gianluca Petrachi, potrebbe avere un altro anno di tempo per migliorare la Roma.

I DIAMANTI RESTANO - In ogni caso Friedkin ha già dato un’indicazione operativa. Le plusvalenze vanno sfruttate come una risorsa e come una premessa per rinforzarsi. Ma non devono diventare un imbuto nel quale in? larsi all’ultimo secondo per riequilibrare i conti. Da questo punto di vista la nuova gestione rispetterà gli obblighi di bilancio, che quest’anno soprattutto saranno molto stringenti, cercando una programmazione più razionale e lungimirante degli investimenti: evitando di svenarsi per Pastore (70 milioni tra cartellino e ingaggio) o di concedere rinnovi esagerati a calciatori non strategici, la Roma riuscirà a difendere i suoi talenti più limpidi e giovani, come Zaniolo e Pellegrini. Loro non andranno via, per nessuna cifra. E a Pellegrini, che ha una clausola liberatoria da 30 milioni, verrà rifatto il contratto per evitare sorprese.

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