FIORENTINA - C’è ancora da lavorare, ma la strada, per quanto affatto in discesa (come da prassi), è tracciata. Patrick Cutrone, attaccante di 22 anni scuola Milan passato la scorsa estate agli inglesi del Wolverhampton, adesso aspetta solo la chiamata per salire sul primo volo con destinazione Firenze. Anche se difficilmente arriverà a ore. Se il suo tecnico, Espirito Santo si è già espresso nei giorni scorsi, di fatto bocciando il suo attaccante, non portandolo nemmeno in panchina nell’ultima gara di FA Cup contro il Manchester United, è la proprietà che sta facendo di tutto per non veder deprezzato l’investimento estivo, costato 18 milioni di euro. Il braccio di ferro sta tutto qui, esattamente dove dovrà essere scaltro Daniele Pradè, il direttore sportivo, a trovare la chiave giusta per aprire il forziere e dare quanto prima al suo allenatore il rinforzo offensivo richiesto.
Per la fumata bianca serve ancora tempo, forse ancora 48 ore, o qualcosa in più scivolando diretti sul fine settimana, anche se adesso potrebbe diventare decisiva la spinta del ragazzo, determinato più che mai a tornare in Serie A. Ha fame di tornare protagonista, di farlo a casa sua, con una squadra che può trasformarsi in un trampolino di ri-lancio reciproco, dopo i suoi primi anni promettentissimi nel Milan. Gli altri candidati, si sono progressivamente defilati. Simone Zaza (29, 6 gol, 3 in A, nelle sue 19 presenze stagionali) del Torino, forse, in questa lista di papabili non c’è mai stato con la dovuta convinzione. Non tanto per il muro frapposto dal club proprietario del cartellino, quanto piuttosto per le caratteristiche, non ritenute ideali per sposarsi con quelle di Dusan Vlahovic, che resta comunque al centro del progetto viola. Stesso discorso per Andrea Petagna (24, anche lui a quota 6 in 19 partite, nel 2019/20, tutti realizzati però in campionato) della Spal, per certi versi molto simile al centravanti serbo che nel 2019 ha segnato tra campionato e Coppa (per altro giovando pochissimo) ben 5 gol.