L’Inter fa sul serio per Christian Eriksen. E non solo per la prossima stagione. Anzi, in viale della Liberazione prevale l’idea che sia più semplice agganciare il danese adesso piuttosto che a contratto con il Tottenham scaduto. Senza costi di cartellino, infatti, la concorrenza sarebbe ancora più agguerrita e “prestigiosa”, tra l’ingaggio del centrocampista e le commissioni per il suo agente, Martin Schoots. Peraltro, nonostante le ultime indiscrezioni siano rimbalzate proprio in queste ore dall’Inghilterra, le prime mosse concrete del club nerazzurro risalgono ad un paio di mesi fa.
L'idea dell'Inter: Eriksen a gennaio
Risale a metà novembre, infatti, un blitz di Piero Ausilio a Londra. A Wembley si giocava Inghilterra-Montenegro (7-0 il risultato finale), ma il viaggio del ds interista, allora, fu associato all’interesse per Giroud. In realtà, proprio in quell’occasione, andò in scena un vertice con il Tottenham, con l’Inter che manifestò ufficialmente la propria disponibilità ad acquistare Eriksen già durante la finestra invernale, permettendo così agli Spurs di incassare qualcosa, invece di veder partire il giocatore a giugno, rimanendo a mani vuote. All’epoca, la squadra nerazzurra era ancora in corsa per la seconda fase di Champions e il danese doveva essere il perfetto “regalo” per la qualificazione.
L'offerta dell'Inter a Eriksen
Alla fine, in Europa non è andata bene, ma in viale della Liberazione hanno comunque deciso di non mollare la presa sul centrocampista che il prossimo 14 febbraio compirà 28 anni. Sul tavolo, insomma, sono rimasti i circa 25 milioni già stanziati per cartellino e commissioni, che trasformati in ammortamento annuale diventerebbero 5,5, la metà per i 6 mesi che restano di qui al 30 giugno: insomma, un costo sostenibile. Anche se poi il vero investimento dovrebbe essere fatto per gli emolumenti da garantire al giocatore, che non potranno essere inferiori a quelli che già percepisce Lukaku, quindi tra i 9 e 10 milioni di euro netti a stagione. Anche nel suo caso, però, come per il belga, ci sarebbe il decreto crescita ad attenuarne l’impatto a bilancio.
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