Visto che in otto anni non ci sono riusciti gli altri, la Juve prova a complicarsi la vita da sola. Come? Così: Sarri, che dalla Cina è tornato con la polmonite, dopo aver saltato la metà delle sedute di preparazione, un’autentica iattura per l’“allenatore che allena” e ha bisogno di più tempo dei colleghi, non siederà in panchina né a Parma, né col Napoli - esordio rimandato a dopo la sosta. E Paratici, il miglior uomo mercato d’Italia, si ritrova condannato a una corsa contro il tempo e la logica per tentare di aggiustare le liste e i conti - singolare, ancorché inevitabile, quasi una nemesi, che la prima conferenza stampa del campionato del post-Allegri sia perciò tenuta da Pavel Nedved, indicato dai dietrologi come il principale “oppositore” del tecnico cinque volte campione d’Italia.
Qui ci sta bene una considerazione personale: sono convinto che la separazione tra Marotta e Paratici non abbia giovato a nessuno, club compresi. Insieme, Beppe e Fabio rasentavano la perfezione; divisi, denunciano qualche “complesso”.
Mi spiego: Marotta è il miglior direttore generale del calcio europeo (non esagero), soprattutto se parliamo di gestione degli aspetti tecnico-amministrativi, ed è quello che meglio rappresenta la società per quale lavora. Paratici, come detto, non ha eguali sul piano tecnico-mercantile. I due si integravano perfettamente coprendo l’uno i difetti dell’altro. Ora che sono letteralmente “scoppiati”, si ritrovano a dover sviluppare temi supplementari che peraltro non gradiscono.
Passo al caso (il diminutivo è ammesso) Icardi. Siamo a meno undici per la Juve e meno 4 per il Napoli. In linea teorica, non considerando gli imprevisti, Paratici può godere del vantaggio di una settimana rispetto a Giuntoli non tanto per una mancanza di volontà da parte di De Laurentiis (che ieri ha giocato la carta del disimpegno) quanto per una questione strettamente contrattuale. I tempi del poule di professionisti (fiscalisti, tributaristi, lavoristi e potete aggiungere tutti gli “isti” che volete) guidato da Andrea Chiavelli sono leggendari e in qualche occasione si sono rivelati penalizzanti, poiché la pazienza non è certamente la principale virtù degli uomini di calcio che vogliono vendere. Per fare l’esempio più recente, l’accordo con gli agenti di Lozano è stato perfezionato proprio in queste ore, per cui la conclusione della trattativa è durata quasi tre settimane dopo il primo sì di Mino Raiola, agente del messicano – non potete immaginare l’intensità dello scambio di mail e messaggi al vetriolo che ha caratterizzato il periodo tra l’8 e il 15 agosto.
A Milano Paratici ha proseguito i discorsi relativi agli esuberi; un intermediario gradito alle parti ha comunque provato a suggerire al responsabile dell’area tecnica della Juve di “liberare” il prigioniero Icardi per favorirne in quale modo l’evasione dall’Inter.
Maurito insegue ancora l’incontro con Zhang che il presidente non gli vuole concedere. Importante sarà l’effetto che produrrà su di lui la tribuna alla prima della nuova stagione.