Icardi al Napoli: super offerta di De Laurentiis

Offerti a Wanda Nara 6,5 milioni di ingaggio più bonus, per l'Inter pronto un assegno da 50 milioni. Nell'affare anche Milik
Icardi al Napoli: super offerta di De Laurentiis
di Antonio Giordano
6 min

NAPOLI - L’ultima mossa, che poi non è mai così perché ce n’è sempre una successiva, bisognava pur farla in qualche modo, con una telefonata o magari due, con un’offerta e semmai pure due, con una invocazione o pure in questa volta con due: ma per uscire da quella bolla d'afa e provare a fermare le pulsazioni del mercato, è successo (ancora) di mettersi al cellulare, cavalcare l’onda e dialogare. Il giorno della verità non è fissato sul calendario, sarebbe domani e pure no, tanto fino al 2 settembre chi proibisce di scrivere quella definitiva, però adesso s’avverte perlomeno quel pizzico di impazienza utile a scuotersi e darsi un motivo di vita: Maurito Icardi ha varie destinazioni dell’anima e Napoli, che l’ha invitato attraverso ogni suo esponente - da De Laurentiis a Giuntoli ad Ancelotti ai calciatori - a farsi un giretto perlustrativo con la testa, ora ci ha provato ancora e pure prepotentemente. E’ venuta l’ora delle scelte, quindici giorni passano rapidamente e possono pure volare, e val la pena riflettere alle pressioni che De Laurentiis ha esercitato sulla signora Wanda, affinché venissero dirottate al marito, esemplare di bomber per il quale conviene spendersi.

Icardi al Napoli: offerto Milik all'Inter

Le cose cambiano, da un momento all’altro, e dopo che Dzeko ha firmato con la Roma, si è tirato fuori dal mercato ed ha lasciato all’Inter un vuoto «affettivo» nel bel mezzo dell’aera di rigore, il Napoli ha pensato che si possa fare egualmente questo affare facendoci entrare Milik: è stata una scossa e non è rimasta inascoltata nella Milano nerazzurra che certo non può permettersi di vivere con un attaccante come l’argentino fermo, a busta paga. E’ un capitale umano ed economico, va tutelato, altrimenti si riduce ulteriormente, come è già successo nell’ultimo semestre. Io ti do un Milik a te e tu mi dai un Icardi a me, così per vivere felici e contenti, dopo aver concordato ogni dettaglio. 

Icardi al Napoli: la proposta di De Laurentiis a Wanda Nara

Ma la volontà degli interessati, a questo punto, è determinante per offrire l’ennesima spinta e lasciare che si possa passare dalle parole ai fatti: il Napoli, cioé De Laurentiis in persona, ha ribadito alla signora Icardi le bellezze della città, la sua innata empatia con gli argentini, e poi ci ha aggiunto la possibilità della Champions League, le prospettive di una squadra che - con quel popo’ di centravanti - avrebbe connotazioni inimmaginabili. Di soldi, inutile aggiungere, s’erano già sentiti e avevano avuto modo di incrociare le rispettive posizioni, prossime ad incrociarsi persino sui diritti d’immagine: uno chiede otto, l’altro offre sei e mezzo, e c’è sempre un bonus, un passo avanti e uno indietro che poi finisce per avvicinare per stringersi la mano, soprattutto se dovesse svanire la «Vecchia Signora».  Perché il fascino di Madame fa sempre presa e Icardi li lascerebbe volentieri aperta la porticina dell’auto che lo trascinerebbe nella Torino bianconera: ma c’è assembramento, si sa, alla Continassa, tra Higuain, Mandzukic e Dybala (che resta la possibilità più concreta, con lo scambio, per uscire da questo caos). E se invece non dovesse succedere assolutamente nulla? Uno ha diritto di chiederselo, anche perché ne va della propria carriera.....

Icardi al Napoli: l'offerta di De Laurentiis all'Inter

Il Napoli ha anche una terza via, volendo, se per caso all’Inter ritenessero di dover semplicemente accontentarsi del cash e rinunciare ad un attaccante che stia con Lukaku nei sedici metri: pagare, ma il giusto, o ciò che ritiene sia la valutazione ideale per chiuderla prima che sia troppo tardi. E qui le oscillazioni sono più nette: sessanta milioni sanno di sacrificio, considerato poi i costi di gestione, a cinquanta si potrebbe anche stabilire l’appuntamento. Ma questi sono soldi, mica noccioline: ecco perché l’ultima mossa è sempre la prossima.


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