Mancano due settimane all’inizio del campionato, ne mancano poco più di tre alla chiusura del mercato: manca soprattutto la Roma. A oggi non riesco a individuare un’idea di squadra da lotta per i primi posti eppure la fantasia non mi manca, quella no. Breve riepilogo delle operazioni fin qui completate: sono arrivati Diawara, Spinazzola, Pau Lopez, Mancini, Veretout e aggiungo Providence, un cognome che è tutto un programma. Se ne sono andati De Rossi, Manolas, Luca Pellegrini (era in prestito al Cagliari), El Shaarawy (undici gol in campionato, miglior realizzatore dell’ultima stagione) e i dimenticabili Marcano, Gerson (via Firenze) e Karsdorp. E’ più che prevista la partenza di Dzeko e non è da escludere quella di Schick.
Il piano “Roma anno zero” si sta lentamente sviluppando (la “nuova” dirigenza si è data tre anni per riguadagnare cima coppe) tra lo scetticismo dei critici e per contrasto il divieto di rassegnazione di parte della tifoseria. Non voglio, né potrei, trarre conclusioni dal momento che, come sottolineato, c’è ancora tutto il tempo per mettere in pista una squadra da quarto posto - per dirla alla Totti, l’obiettivo massimo, considerati i chiari di luna del club e i movimenti di Juve, Inter e Napoli - tuttavia i segnali che giungono da Torino (Higuaìn) non sono confortanti: resiste l’opzione Icardi, la preferita da Fonseca; Icardi per il quale anche ieri la Roma, oltre al Napoli, si è mossa con Marotta (Dzeko e 40, 45 milioni, Wanda permettendo).
Petrachi è alle prese con un lavoro complicatissimo, non potendo offrire stipendi allettanti (solo per il grande attaccante è previsto l’extra budget) né la Champions League e soffrendo - la società - di un evidente deficit di appeal rispetto, appunto, alle prime tre. Eppure ha, per ruolo, il dovere di garantire a Fonseca un organico di livello. Non siamo ancora all’allarme, ma il preallarme s’impone. E’ vero che Roma non fu costruita in un giorno (da queste parti il verbo costruire non sembra più declinabile) ma è altrettanto vero che il sogno Roma non può essere demolito in un’estate.
Riprendendo infine l’attualissimo tema Icardi, diverso è il discorso che riguarda l’incidenza che l’acquisto di Maurito potrebbe avere sulla stagione del Napoli, l’altra in corsa: Ancelotti ha una squadra pressoché compiuta alla quale per alzare il livello di competitività serve in particolare un goleador da tre palle un centro, figura che questo singolare “desaparecido” incarna perfettamente.