ROMA - Di Francesco incassa la fiducia, ma anche questa volta è a termine. Si va avanti alla giornata e la prossima partita è sempre quella decisiva. Fino a domenica si naviga a vista e il Genoa di Prandelli è un brutto cliente. Il day after è sempre amaro. Ieri il discorso dell’allenatore alla squadra, anticipato al mattino, non è stato molto diverso da quello fatto in passato, all’indomani degli altri numerosi passi falsi. Con l’allenatore davanti ai giocatori c’era anche Monchi. I toni sono stati duri, i tasti toccati sempre gli stessi: «Dipende tutto da voi, prendetevi le vostre responsabilità, dobbiamo essere più cattivi in campo», il senso del discorso di Eusebio.
INVOLUZIONE - I gol incassati contro il Cagliari sono ancora una volta frutto di errori individuali. E i comportamenti di alcuni giocatori sono sempre deludenti. Schick adesso sta giocando con continuità, ma non riesce mai ad essere pericoloso sotto porta. Ünder sta vivendo un periodo di involuzione. La definitiva consacrazione quest’anno non c’è stata e si vede solo a sprazzi. Non può essere solo una situazione contrattuale che non lo soddisfa ad averlo fatto tornare indietro di un anno. Anche Cengiz dovrà aspettare, come alcuni suoi compagni che sono in fila per riconoscimenti economici da parte della società. Questo non è proprio il momento più adatto per parlare di soldi. Nella notte è prevalsa la linea di Monchi. Cambiare allenatore adesso potrebbe essere controproducente. Le candidature praticabili non trovano consensi da parte di tutti. Il direttore sportivo è ancora convinto di poter risolvere la situazione con Di Francesco. Pallotta lascia la facoltà di decidere allo spagnolo, ma la partita di domenica contro il Genoa sarà davvero decisiva.
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