ROMA - Forse (ma forse?) siamo ai titoli di coda: e val la pena restare un attimo vaghi, aggrapparsi al pathos, perché il mercato, come dimostrato ripetutamente, non dà certezze. Però ci siamo, sta finendo, e dunque è dentro o fuori, è Napoli o nient’altro, perché per Nikola Maksimovic (25) a Torino non c’è più posto. Ma stavolta è andata, lo dice persino il linguaggio del corpo di Cristiano Giuntoli, più rilassato, quasi convinto d’aver concluso la personalissima maratona, cominciata praticamente un anno fa, rilanciata in gennaio, consumata in quest’estate torrida, quasi insopportabile, con un braccio di ferro ad oltranza che ha stancato.
LA FIRMA. Maksimovic è il settimo acquisto dopo Milik, Zielinski, Rog, Diawara, Tonelli e Giaccherini. Manca (praticamente) solo la firma e, verrebbe da dire, vi sembra poco? Però conviene a chiunque, prendere carta, penna e calamaio e mandare il plico in Lega: Nikola Maksimovic ha detto sì al Napoli almeno un mese e mezzo fa, poi ad un certo punto, ribellandosi a quel clima d’incertezza, ha fatto le valigie e se ne è andato a casa, lasciando al Torino il dovere di decidere. La svolta, immancabile, sul suono della sirena, altrimenti a Cairo sarebbe rimasto un calciatore in organico ed un rimpianto per quella vagonata di milioni di euro che Aurelio De Laurentiis ha continuato a ritoccare. Siamo arrivati a venticinque, con dentro il prestito di Mirko Valdifiori, che ha spostato l’umore del Toro ed anche l’inerzia di un affare ormai evaporato. E’ successo perché doveva succedere, perché era giusto così: perché Maksimovic ha voluto il Napoli, che da un anno in qua non l’ha mai mollato; perché a Mihajlovic serve un regista e Valdifiori è sempre stato in pole-position; perché di tanti soldi bisogna aver rispetto.
PERO’... La cautela, e viene suggerito dalla casistica, induce a ritenere ufficiale l’acquisto di Maksimovic a contratti firmati, visite mediche svolte e tweet presidenziale diffuso: conviene aspettare, pur sapendo che può quasi bastare tutto quello che è accaduto in questo martedì vibrante. Siamo alle mail...
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