Inghilterra shock: un miliardo sul mercato!

Le spese del Chelsea hanno superato gli investimenti complessivi dei club Serie A, Liga, Bundes e Ligue1
Inghilterra shock: un miliardo sul mercato!© Getty Images
Alessandro F. Giudice
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Le cifre di quello che era il “mercatino” di gennaio certificano lo strapotere della Premier, capace di spendere 922 milioni segnando il record storico: 3,1 miliardi sommando i 2,2 spesi in estate. Alle inglesi fa capo il 79% del totale investito nei 5 grandi campionati europei. Il solo Chelsea ne ha riversati 350: più del totale aggregato di tutti i club di Serie A, Liga, Ligue 1 e Bundesliga.

Fair play finanziario

Legittimo chiedersi come possa impegnare cifre colossali senza violare il Fair Play Finanziario. Nel 2022/23 il Chelsea ha speso 611 milioni oltre ai 118 dell’anno scorso in cui aveva preso “solo” Lukaku per 115. Un totale di 730 con la nuova gestione di Todd Boehly e del fondo Silverlake. In pratica, come tre anni di fatturato di un top club in Serie A. Come è possibile? Certo, il Chelsea ha anche venduto per 202 milioni ma il saldo resta enorme. Il cash non è difficile da reperire, per un gruppo che ha pagato per rilevare il club 5 miliardi: 3 al governo britannico (dopo l’esproprio di Abramovich) più 2 di impegno a investire ma non rileva tanto l’impegno finanziario quanto l’impatto sui conti della società, sotto forma di monte ingaggi e quote di ammortamento. Mentre le cessioni hanno portato benefici immediati in forma di plusvalenze quasi integrali (molti giocatori ceduti provenivano dal vivaio, tra cui Abraham e Tomori) gli acquisti saranno spesati nel tempo e l’impatto su questa e la prossima stagione resta limitato alla frazione del cartellino da ammortizzare in ciascun anno. Ipotizzando 5 anni di durata media, il Chelsea avrà maggiori ammortamenti per 200 milioni tra quest’anno e il prossimo ma può iscrivere anche plusvalenze per 200. Inoltre (qui è l’elemento di innovazione) la nuova gestione ha negoziato contratti lunghissimi, oltre 8 anni, nello stile degli sport USA in cui le star si legano alle squadre anche per 10-12 anni abbassando così notevolmente gli ammortamenti.

I rischi e le ambizioni

Questa strategia non è immune da rischi. Anzitutto, la scelta di coprire costi spalmati nel futuro con utili concentrati nell’anno corrente obbliga il club a estrarre utili dalle future sessioni di player trading. Inoltre, legarsi a contratti lunghi e onerosi ingigantisce il rischio-flop e il Chelsea non è nuovo a fallimenti tecnici, avendo bruciato campioni del calibro di Lukaku, Werner, Ziyech. Anche l’uso del debito desta perplessità: dopo l’acquisizione, la proprietà ha caricato il club di prestiti e linee bancarie per quasi un miliardo. Acquistare beni volatili come le prestazioni dei calciatori a cifre ingenti usando il debito può rivelarsi un clamoroso azzardo. I ricavi dei Blues viaggiano sui 550 milioni, dunque il club (che ha ovviamente gli ammortamenti più alti della Premier anche se non il più elevato monte ingaggi) potrebbe uscire dai parametri del Fair Play nei prossimi anni. Può darsi che il management abbia fatto bene i conti e che questo biennio non sia in pericolo ma le sfide future paiono assai ambiziose.


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