BARCELLONA- È lotta contro il tempo per Joan Laporta, chiamato a un mezzo miracolo per dare una svolta alla disastrata situazione economica del Barcellona. Il 30 giugno si chiude il drammatico esercizio 2021/22 ed entro quella data il numero uno blaugrana dovrà tirar fuori dal cilindro diverse soluzioni fantasiose per poter mantenere in vita un club che, secondo la colorita metafora elaborata dallo stesso presidente, poteva considerarsi "morto" fino a poche settimane fa e, in questo momento, si trova "in terapia intensiva". Di qui il moltiplicarsi delle riunioni con fondi d’investimento, intermediari e istituzioni. Un turbinio d’incontri, dalle prime luci dell’alba fino alle ore piccole, scandito da diverse tappe fondamentali, ad iniziare dall’Assemblea straordinaria dei “Socios Compromisarios” che giovedì prossimo saranno chiamati a dare il via libera a diverse decisioni dolorose, ma necessarie per il futuro prossimo della società blaugrana.
Sacrifici dolorosi
Due, essenzialmente, le questioni fondamentali a cui sarà chiamato il ristretto gruppo di 4.478 soci a dare il suo benestare. Il primo riguarda la vendita del 49% di Barça Licensing & Merchandising S.L., il dipartimento commerciale della gloriosa società catalana. In secondo luogo, verrà chiesta l’autorizzazione a cedere a uno o più investitori fino al 25% del ricavato dei diritti televisivi. E ora, si parla insistentemente della possibilità di vendere anche una cospicua porzione dei diritti di sfruttamento dell’area del Camp Nou, che sarà al centro di un futuristico restyling nei prossimi anni, sul modello di quanto accaduto col Nuovo Bernabeu, che ha garantito al Real la bellezza di 360 milioni. Nel frattempo, proseguono le negoziazioni con il fondo d’investimento CVC, che nei mesi scorsi ha chiuso con la Legacalcio iberica un accordo che garantirà ai 39 club aderenti un miliardo e 800 milioni in cambio della cessione del 10% delle entrate garantite dalla trasmissione delle partite di Liga e Segunda division per i prossimi 50 anni. Cifre e durata che, però, non hanno convinto Barça, Real e Athletic Bilbao, che si sono tirati fuori, salvo ora negoziare separatamente un accordo decisamente più favorevole, che se dovesse essere trovato, dovrebbe avere tra le varie conseguenze anche quella di mettere definitivamente la parola fine al fantomatico progetto di Superlega che fa rabbrividire la Uefa.
Tutto su Lewandowski
Una macroperazione che, nei piani, dovrebbe permettere al Barça, che all’inizio del secondo corso Joan Laporta ripartiva con un debito di un miliardo 350 mila euro ereditato dalla precedente gestione Jospe Maria Bartomeu, e che ora vanta, si fa per dire, un patrimonio negativo di 500 milioni, d’iscrivere i rinforzi invernali Ferran Torres e Aubameyang, oltre agli svincolati Kessié e Christensen, già da tempo d’accordo per l’approdo in blaugrana. A seguire, il rinnovo del gioiellino Gavi e poi si punterà tutto su Robert Lewandowski, che rappresenta la priorità assoluta della campagna di rafforzamento di questa estate. Nonostante il gradimento dichiarato, più complicato che si riesca a chiudere anche per Di Maria e Bernardo Silva.