L'Arabia Saudita si prepara a sfidare l'egemonia europea sul calcio. Numerosi campioni e stelle hanno scelto di sposare il progetto della Saudi Pro League, che sta per avere l'edizione più rivoluzionaria e seguita della sua storia. Non solo acquisti faraonici: il campionato arabo vuole evitare la fine della Chinese Super League, in auge durante il 2010 ma poi fallita. Per questo motivo la Lega saudita sta lavorando su numerosi progetti per il futuro.
Lega saudita, i progetti futuri
L'Arabia Saudita sta lavorando per ridurre la sua dipendenza dal petrolio, espandendosi anche in altre economie. Tra queste anche lo sport e principalmente il calcio, che si sta rinforzando grazie ai faraonici investimenti del PIF e del suo patrimonio da 600 miliardi di euro. Il Fondo di Investimento si concentra su quattro squadre (Al-Hilal, Al-Ahli, Al-Ittihad e Al Nassr), mantenendo quindi il controllo sul campionato e aumentando progressivamente l'attenzione mediatica. Non solo: si lavora con diritti tv e social per promuovere messaggi positivi sull'Arabia Saudita. E questo è solo un antipasto del futuro, nel quale il PIF vorrebbe attirare investitori privati per le altre squadre del campionato e renderlo così più competitivo.
Talenti locali
La Saudi Pro League si è rinforzata notevolmente con gli acquisti dall'Europa, visto il livello non competitivo dei giocatori del paese. Il campionato arabo, però, vuole lavorare anche su questo aspetto, realizzando un sistema per sviluppare i propri talenti. Sono state inserite, infatti, numerose regole per un maggior sviluppo dei giovani. C'è il passaggio da 18 a 16 anni per l'età minima per scendere in campo. Più spazio nelle rose, che dovranno essere da 25 giocatori, più altri 10 giocatori sotto i 21 anni. Poi arriverà nelle prossime stagioni la regola, che imporrà ad ogni squadra di avere almeno 4 giocatori cresciuti nel vivaio di club sauditi e almeno 4 cresciuti nel proprio vivaio.