Perché l’Arabia Saudita investe nel calcio?

Il campionato saudita vuole stravolgere le gerarchie dello sport più popolare al mondo: ecco la strategia
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L'Arabia Saudita è pronta a stravolgere le gerarchie del calcio mondiale. Il sito ufficiale della Saudi Pro League svela l'ambizioso obiettivo nel breve e medio termine: "Vogliamo essere nei 10 migliori campionati del mondo, tecnicamente, commercialmente, finanziariamente e a livello mediatico". Secondo una ricerca condotta da Twenty First Group, il campionato saudita occupa attualmente il 58° posto come miglior campionato nazionale del mondo. L'esodo, materializzatosi nelle ultime settimane, dei più grandi giocatori del mondo accelererà il processo e sarà il risultato di un piano di sviluppo che vedrà la luce tra i prossimi cinque-sette anni a partire dal miglioramento delle infrastrutture, passando per il rebranding nazionale, macchiato dalla criminalizzazione dell’omosessualità, dalle restrizioni, dalla libertà di parola e dai diritti, calpestati, delle donne.

Diritti tv

Secondo le indiscrezioni raccolte da 'The Athletic', la Saudi League avrebbe infatti incaricato la principale società di marketing sportivo, IMG, di siglare accordi di trasmissione internazionale per le sue partite prima della stagione 2023/24, al via il mese prossimo. Con l'approdo di Cristiano Ronaldo all’Al Nassr, IMG ha raggiunto accordi a breve termine con paesi come Regno Unito, Cina, Turchia e Brasile fino a un massimo di 45 in tutto il mondo ma il valore delle offerte può crescere considerevolmente nel prossimo futuro: la Saudi Sports Company (SSC), controllata dallo Stato, ha acquisito i diritti nazionali sulla Saudi Pro League dal 2022/23 al 2024/25 e il valore dell’accordo è di 10 volte superiore all’importo che la lega genera dai diritti internazionali. Lo scenario più probabile è che la lega si concentrerà sui ricavi nazionali quando si tratterà di trasmettere i match del torneo.

Social

Il ruolo dei social media è invece cruciale affinché vengano pubblicizzati messaggi positivi sull'Arabia Saudita più di quanto faccia la televisione con la trasmissione delle partite. La previsione nel breve termine inoltre è che gli acquisti con grandi presenze sui social media - Cristiano Ronaldo è l'esempio più lampante - possano tracciare la strada dello sviluppo del campionato. Quanto al tema della sostenibilità, alcune fonti sottolineano che questo processo di crescita attraverso i social media interessi i quattro club più importanti del paese, acquistati dal Public Investment Fund saudita, cioè PIF: Al-Nassr e Al-Hilal con sede a Riad, la capitale e Al-Ittihad e Al-Ahli con sede a Gedda, la seconda città più grande dell'Arabia Saudita.

I piani per il futuro

L'obiettivo più ambizioso per il futuro è quello di costruire i marchi dei quattro top club del Paese, coinvolgendo gli investitori privati ??ad acquistarli. Una strategia che, se andasse in porto, vedrebbe PIF prendere il controllo delle successive quattro maggiori società della Nazione e cercherà di ripetere il processo. In questo modo, il campionato potrebbe passare da un organico di 18 club di proprietà statale a uno di 18 di proprietà privata. Questa estate è solo l'antipasto di un piano di crescita destinato a durare anni e che porterà il campionato arabo all'apice del calcio mondiale.


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