ROMA - Lo avevano anche invitato a Casteldebole, il centro sportivo: vieni e guarda se ti piace. Era la fine di luglio. Mats Hummels incontrò la dirigenza del Bologna, si confrontò con Vincenzo Italiano, buttò un occhio al contratto di due anni da 2 milioni a stagione che gli avrebbe permesso di allungare il curriculum in Champions League. E poi? Preferì rifiutare cordialmente l’offerta. Tornò a godersi le vacanze, tra la Germania e il mare, in attesa di decidere se continuare a giocare e dove. Ha aspettato addirittura la chiusura del mercato, quando ha ricevuto la chiamata della Roma, rischiando di restare a spasso. A quel punto si è convinto a rientrare in pista, con una sola condizione: firmare per un anno, perché la stanchezza comincia a farsi sentire quando hai 36 anni. Domenica Hummels torna a Bologna da ex mancato, o meglio da sogno irrealizzato, e non troverà i tappeti rossoblù ad accoglierlo: il Dall’Ara probabilmente non ha dimenticato il «nein» di mezza estate.
Hummels, un ribaltone inaspettato
Chissà se, nei momenti duri dell’ostracismo Juric, si è mai pentito della scelta di settembre. Se sì, non lo ammetterà mai: di sicuro, da fuoriclasse dimenticato, non si accontentava di girare per i vicoli di Trastevere o, come è successo due giorni fa, nei giardini attorno a Castel Sant’Angelo. Era arrivato a Trigoria con De Rossi, che gli aveva garantito un ruolo centrale nella sua difesa a tre, e improvvisamente si è sentito un indesiderato, un ricordo di campione, fino all’esclusione più strana: a Bruxelles, contro il Saint-Gilloise, giocò Cristante al suo posto in assenza di N’Dicka e Hermoso.
Hummels protagonista con Ranieri
Naturalmente Hummels non ha potuto neanche giocare la partita d’andata contro il Bologna, la squadra che poteva essere sua. Ma quella sconfitta ha provocato lo scossone tecnico che gli ha restituito un ruolo da protagonista. Con Ranieri ha cominciato male, entrando nel secondo tempo a Napoli senza riuscire a evitare il gol decisivo di Lukaku, ma poi è sempre stato titolare, segnando a tempo scaduto la rete del pareggio in casa del Tottenham e saltando causa influenza solo la partita di Como. Tutti i tifosi della Roma sanno come sia finita: ci fosse stato lui, probabilmente, Gabrielloni non sarebbe entrato nella storia per aver segnato in tutte le categorie dalla A alla D con la stessa maglia.
Hummels, una storia a lieto fine
Adesso tutto sembra logico e normale, a maggior ragione dopo il derby che ha riaperto prospettive interessanti sul campionato: Hummels più Paredes e Dybala, lo scheletro della squadra costruito sui tre campioni del mondo. Sono i pretoriani di Ranieri, che ne ha chiesto pubblicamente la conferma anche per la prossima stagione. Ma Hummels non ha ancora sciolto la riserva né lo farà in tempi rapidi. Dopo tanti anni ai vertici del calcio europeo, spostandosi più volte tra il Bayern e il Borussia Dortmund, vuole guardare dentro se stesso per capire se abbia gli stimoli per giocare un altro anno, almeno in un contesto pressante e competitivo. Da come festeggiava la vittoria sulla Lazio, dopo aver spiegato vigorosamente a Castellanos che certi comportamenti non erano ammissibili, la sensazione è che i risultati possano orientarne il futuro. Anche perché è stato lui a prometterlo, alla vigilia della partita contro il Tottenham: «La mia storia con la Roma sarà a lieto fine». Da lì abbiamo rivisto Hummels, il rimpianto del Bologna.