Domani è Natale, e questa è già una splendida notizia: io lo amo, il Natale. E tra otto giorni il Corriere dello sport-Stadio entra nel suo centunesimo anno di vita: posso garantire che siamo carichi a pallettoni.
Ho tanti pensierini natalizi da distribuire: più pacche alla Cannavacciuolo che pacchetti regalo.
Il primo è per la Lega di A che sta rimediando un’altra figura di merda: pochi giorni fa 14 club su 20 hanno regolarmente eletto Ezio Maria Simonelli. Uno dei sei presidenti sconfitti, però, non ci vuole stare: considera ineleggibile il commercialista marchigiano poiché portatore di un’infinita serie di conflitti d’interesse (peraltro azzerabili). In un Paese in cui il conflitto d’interesse è la regola, Simonelli potrebbe puntare alla presidenza della Camera, altro che della Lega! Lega per la quale era candidabile, ma non eleggibile. È uno scherzo? Banane!
Il grande erettore Lorenzo Casini, presidente uscente, sta facendo il diavolo a quattro per evitare che Lotito perda un paio di poltrone. Ma come? Ma non aveva sempre dichiarato di essere non vincolo ma sparpagliato?
Nutro una sincera ammirazione per il presidente della Lazio che se vuole se li mangia tutti (lo fa da anni): sarebbe opportuno però che ogni tanto facesse un passetto indietro - un pasito patras - per il bene della maggioranza, del sistema.
Il secondo pacco è per i fondi e le proprietà americane che hanno li sordi ma non er core. Ecco, vorrei ricordare a Cardinale e ai suoi connazionali che senza passione non si può fare calcio: lo insegna la storia. Se gli yankees hanno tanti milioni da investire e pensano di poter fare business dalle nostre parti con il pallone, si sbagliano. Anche perché noi siamo campioni del mondo di bastoni tra le ruote.
Il calcio parla una lingua incomprensibile a chi è abituato alle franchigie e potrebbe spostare la Juve da Torino a Cosenza o il Milan da Milano a Courmayeur.
E da noi l’investitore ha natura e esigenze particolari: se vengono a mancare i risultati del campo il tifoso ti investe con insulti di varia natura.
Da noi i club sono storia, sono radici, sono dna tecnico e non tutti i dna sono uguali: e le radici hanno bisogno di essere nutrite con l’amore.
Un pensiero anche per gli zufolatori e i pifferai. Riflettevo (ogni tanto capita anche a me) e mi sono detto: pensa se Thiago fosse arrivato alla Juve senza l’accompagnamento degli anti-Max: oggi potrebbe lavorare con maggiore serenità, crescere gradualmente e senza quei fastidiosi confronti numerici e gestionali con uno che ha vinto sei scudetti, il primo a 48 anni, e giocato due finali di Champions.
Molto meglio presentarsi a Bologna con un bel carico di diffidenze derivato dalle splendide cose fatte dallo stesso Motta e ritrovarsi dopo 16 partite tra gli applausi di un pubblico sorpreso e entusiasta, vero Italiano?
Il penultimo pacchetto contiene il ringraziamento ai lettori che attraverso il giornale, il sito e i social, che ci fottono sistematicamente gli articoli, ci riconoscono autorevolezza e credibilità.
Pensierino finale sui giornali: l’evoluzione della tecnologia è che l’iPod dell’anno scorso non si accende più e il Walkman del 1985 funziona benissimo (cit.).