Caos calendari, il calcio si ribella: rischio sciopero concreto

Atleti in rivolta, la commissione Ue valuta l’abuso di Uefa e Fifa: cosa sta succedendo
Caos calendari, il calcio si ribella: rischio sciopero concreto© Getty Images
Giorgio Marota
3 min

Nico Gonzalez, nella sua disarmante e stupefacente purezza, è sembrato un bambino alle giostre: «Il calendario? Per noi è bellissimo. Siamo tutti giocatori che vogliono giocare a calcio. Tante partite fanno bene alla squadra». Fuori dalla Continassa, però, sta per scatenarsi l’inferno. «Siamo vicini allo sciopero e non sto scherzando - ha tuonato Rodri prima di City-Inter - Giochiamo troppo e non abbiamo tempo per recuperare come dovremmo, 60 o 70 partite stagionali sono un’esagerazione. Pensano al marketing e ai soldi e basta però tutto questo è possibile solo grazie a noi». Su questi toni si è espresso anche Carvajal, il capitano del Real Madrid: «Lo sciopero è una possibilità, non ci prendono in considerazione e siamo stanchi: ora alziamo la voce». «Ci sono sempre più partite - ha detto anche Koundé del Barcellona - e il nuovo Mondiale per Club peggiora le cose. Così dovremo scioperare. È l’unica strada». Nelle ultime ore si sonofatti sentire anche Mbappé, Bellingham, Allison e Van Dijk.

Caso calendari, cosa sta succedendo

Il polverone si è alzato in realtà mesi fa. Da quando cioè Uefa e Fifa, incuranti delle preoccupazioni di allenatori e calciatori sul poco tempo per riposare e sul rischio sempre più elevato di infortuni, hanno aggiunto a un calendario che scoppia di impegni i nuovi formati extra- large delle coppe europee e anche un Mondiale per club che inizia alla fine della stagione e sconfina a metà luglio, con tutte le problematiche connesse - e non risolte - dei contratti che scadono il 30 giugno, del mercato a torneo in corso, delle sedi americane ancora da definire e dei premi incerti. A luglio le leghe europee, con in testa la Serie A, hanno presentato insieme al sindacato internazionale dei calciatori (Fifpro) un reclamo alla Commissione europea contestando l’abuso di posizione dominante (lo stesso riconosciuto dalla Corte Ue sul caso Superlega) delle istituzioni calcistiche. Ora che la squadra della presidente von der Leyen è completa, la “competion department” prenderà la questione in carico e potrebbe anche stabilire che Uefa e Fifa violano la libera concorrenza. «È necessario un punto di incontro - ha detto il presidente dell’Assocalciatori italiana, Umberto Calcagno, a Radio Sportiva - Quella lanciata dagli atleti più che una minaccia è un grido di allarme. Si giocheranno più di 80 partite a stagione, è un rischio enorme per la salute ma riguarda anche la distribuzione delle risorse, la valorizzazione dei campionati interni e la crescita dei giovani».


© RIPRODUZIONE RISERVATA