Juve, vincere non è più l'unica cosa che conta: ora c'è anche il pareggio (dei conti)

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio tra calciomercato e campionato
Ivan Zazzaroni
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Ho una proposta da fare alla lega calcio, perciò tra poco spengo il computer e telefono a Casini. Ma no, che dico: meglio De Siervo. Visto che le date del mercato non piacciono a nessuno - tranne a giornali, rete, radio e tv - suggerirò all’amministratore delegato di aprire la prossima finestra estiva dal 25 al 31 agosto. Una settimana, non un giorno di più. Perché tanto i club - proprio come mia zia - aspettano soltanto i saldi. Da lunedì scorso, e nel giro di poche ore, il Napoli ha infatti chiuso Lukaku e McTominay, mentre la Juve ha preso finalmente Nico, Koopmeiners e Conceiçao, venduto Chiesa al Liverpool e De Sciglio all’Empoli (e non ha ancora finito). Il Milan ha aggiunto Vos a Fofana e (ri)puntato Abraham, la Roma ha dato a De Rossi Danso e Abdul e s’è impegnata a completare la rosa con Koné e Saelemaekers; l’Atalanta ha messo sotto contratto Rui Patricio (per Musso all’Atletico) e Kossounou e ora tratta Raspadori; il Bologna ha trovato il centrale che mancava, Casale, dopo aver corteggiato inutilmente - e per settimane - Hummels e Logan Costa (a Sartori piacciono tuttavia i mercatini meno frequentati). Ma non è tutto, la Fiorentina s’è portata a casa Adli e il baby Moreno (lo cercava anche l’Atalanta) e l’Inter Palacios. Inoltre Osimhen ha cominciato a parlare con gli arabi dell’Al-Ahli.

In precedenza, per poco meno di due mesi, solo fuffa: due calzini, un paio di boxer, le ciabatte per la notte, una cravatta simil-napoletana e un costume all’outlet per l’estate prossima. Che importa poi se le prime giornate si sono giocate senza i nuovi o con i nazionali rientrati in ritardo? Prendete Motta: un Mbangula oggi e un Savona domani e la vita vi sorriderà. Al centro di tutto c’è puntualmente la Juve: ho sempre più la sensazione che Scanavino, Giuntoli e Thiago intendano cambiarne la storia, aggiornando l’assunto bonipertiano: non più, vincere è l’unica cosa che conta, ma pareggiare i conti lo è, per poi tornare a vincere. E questo nonostante un mercato che non ha precedenti negli ultimi tre anni: 200 milioni spalmati come la Crema Novi per tenere i conti a posto nell’immediato. Perché non c’è futuro senza un presente. L’obiettivo del nuovo management è paradossalmente ambiziosissimo: aggiustare cassa e bilancio, fare tre passaggi di fila in campo, entrare ogni anno in Super Champions e porre le basi per altri successi nel giro di 36 mesi. Gli oltre dieci milioni di tifosi bianconeri saranno disposti ad attendere - male che vada - tre annetti prima di alzare un altro trofeo? Si accontenteranno di giocare bene? Il bel gioco, insomma l’estetica prevarrà nei loro gusti sulla pratica? Giuntoli è bravo e il calcio lo mastica meglio di altri, Thiago anche, ma cento anni di gestione agnelliana non si dimenticano in fretta. Quanto a Thiago, ricordo che l’anno scorso Allegri confessò ai pochi intimi che «Motta è il migliore tra i giovani e anche l’unico che ha lo standing per allenare una grande squadra». Da noi solo chi vince è considerato moderno, mentre chi perde è superato, vecchio, bollito. Ma ricordate sempre: chi nasce acciughina non può morire sushi.


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