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Egregio Direttore, Le scrivo per sollevare un tema che mi sta particolarmente a cuore e che sono certo interessi lei e il suo giornale, da sempre attento ai valori sani dello sport. Come sa, di recente, l’Inter ha attivato una partnership con una multinazionale delle scommesse online e questo, oltre ad essere in contrasto con il decreto Dignità, rappresenta un segnale estremamente negativo, che di fatto sdogana la promozione dell’azzardo. Sul tema ho scritto al Presidente dell’Inter, Marotta (al quale ho chiesto un incontro urgente), al ministro Abodi e fatto una interrogazione parlamentare. Ma confido nella sua cortese ospitalità e di poter pubblicare sul suo giornale una lettera rivolta a Lei per spiegare le ragioni delle mie forti preoccupazioni. In attesa di un suo gentile riscontro, colgo l’occasione per inviare i miei più cordiali saluti,
Francesco Silvestri
capogruppo M5S alla Camera
capogruppo M5S alla Camera
La risposta del direttore Ivan Zazzaroni
Caro Silvestri, di questo tema mi sono (ci siamo) occupati più volte, considerandolo centrale. Ricordo perfino un vivace scambio di battute alla stazione Termini con Gianluigi Paragone - quando ancora era nel M5S - che ovviamente la pensa(va) come Lei.
Con stile - e di questo la ringrazio - Lei sottolinea che il Corriere è da sempre attento ai valori dello sport. Aggiungo che questo giornale quasi centenario ha, oltre all’attenzione, la sensibilità e la capacità di guardare in faccia la (cruda) realtà, una realtà con la quale si ritrova ogni giorno a fare i conti. Due-informazioni-due, sintetiche, per chi ci legge. Il decreto Dignità è operativo dal 2019 e da allora il volume delle giocate è cresciuto considerevolmente, in particolare quello dei siti illegali. I dati li può fornire facilmente l’Agenzia dei Monopoli.
Quanto ai messaggi "promozionali" diretti e indiretti vietati per legge, preciso che, secondo un’indagine epidemiologica realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, soltanto il 19,3% di chi gioca è influenzato dalla pubblicità. La massa degli scommettitori - 80,7% - risulta incurante delle sollecitazioni esterne.
Altro dato: il mercato del gioco illegale vale almeno 25 miliardi l’anno - fonte Dia, Adm -, 18 dei quali attribuibili all’online.
Capitolo ludopatia, patologia direttamente correlata al gioco d’azzardo. Non si combatte, purtroppo, vietando spot, scritte sulle maglie o pagine di giornale: i fatti lo confermano. Posso garantire che se l’applicazione del decreto Dignità servisse a ridurne gli effetti, talvolta mortali, saremmo dalla parte di chi l’ha firmato. E in prima fila.
Mi permetta, Silvestri, una provocazione: un sistema efficacissimo per ridurre notevolmente le scommesse ci sarebbe ed è l’abolizione per legge del calcio che sulle puntate incide per il 70%. Ho il timore fondato, però, che senza il pallone gli scommettitori seriali e occasionali si tufferebbero su cavalli, tennis, automobilismo e altro.
Un'ultima, importante considerazione: invece di battersi per un’autonomia che non ha riscontri in Europa, perché la Lega di Serie A non lotta con tutte le sue forze e influenze per farsi restituire ciò che le spetta? Il calcio alimenta le scommesse eppure, proprio grazie al decreto Dignità, non può accedere a parte delle risorse che produce.
Mi auguro sempre che in tutti i settori (e i vizi) della vita a prevalere sia ciò che è legale e controllabile.
La ringrazio infinitamente dell’attenzione. E mi perdoni se condivido solo parte della sua riflessione. Dimenticavo: io mi limito a buttare ogni tanto 5 euro al Gratta e Vinci.
Con stile - e di questo la ringrazio - Lei sottolinea che il Corriere è da sempre attento ai valori dello sport. Aggiungo che questo giornale quasi centenario ha, oltre all’attenzione, la sensibilità e la capacità di guardare in faccia la (cruda) realtà, una realtà con la quale si ritrova ogni giorno a fare i conti. Due-informazioni-due, sintetiche, per chi ci legge. Il decreto Dignità è operativo dal 2019 e da allora il volume delle giocate è cresciuto considerevolmente, in particolare quello dei siti illegali. I dati li può fornire facilmente l’Agenzia dei Monopoli.
Quanto ai messaggi "promozionali" diretti e indiretti vietati per legge, preciso che, secondo un’indagine epidemiologica realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, soltanto il 19,3% di chi gioca è influenzato dalla pubblicità. La massa degli scommettitori - 80,7% - risulta incurante delle sollecitazioni esterne.
Altro dato: il mercato del gioco illegale vale almeno 25 miliardi l’anno - fonte Dia, Adm -, 18 dei quali attribuibili all’online.
Capitolo ludopatia, patologia direttamente correlata al gioco d’azzardo. Non si combatte, purtroppo, vietando spot, scritte sulle maglie o pagine di giornale: i fatti lo confermano. Posso garantire che se l’applicazione del decreto Dignità servisse a ridurne gli effetti, talvolta mortali, saremmo dalla parte di chi l’ha firmato. E in prima fila.
Mi permetta, Silvestri, una provocazione: un sistema efficacissimo per ridurre notevolmente le scommesse ci sarebbe ed è l’abolizione per legge del calcio che sulle puntate incide per il 70%. Ho il timore fondato, però, che senza il pallone gli scommettitori seriali e occasionali si tufferebbero su cavalli, tennis, automobilismo e altro.
Un'ultima, importante considerazione: invece di battersi per un’autonomia che non ha riscontri in Europa, perché la Lega di Serie A non lotta con tutte le sue forze e influenze per farsi restituire ciò che le spetta? Il calcio alimenta le scommesse eppure, proprio grazie al decreto Dignità, non può accedere a parte delle risorse che produce.
Mi auguro sempre che in tutti i settori (e i vizi) della vita a prevalere sia ciò che è legale e controllabile.
La ringrazio infinitamente dell’attenzione. E mi perdoni se condivido solo parte della sua riflessione. Dimenticavo: io mi limito a buttare ogni tanto 5 euro al Gratta e Vinci.