A un anno esatto dal via, una coltre di silenzio avvolge quella che la Fifa aveva definito «la più spettacolare e avvincente delle competizioni». Il nuovo Mondiale per Club - fischio d’inizio il 15 giugno 2025 - sta nascendo tra dubbi e perplessità, al punto che persino da Zurigo ora temono la figuraccia planetaria dopo aver dribblato la ribellione pubblica del Real Madrid. Dietro i comunicati ufficiali, però, resiste il malumore di tante società europee che spingerebbero per il rinvio del torneo al 2027 (o a data da destinarsi) a causa dei troppi nodi da districare e di un calendario drammaticamente affollato di eventi. Perplessità comunicate anche da Juventus e Inter, le due italiane qualificate al torneo, che non a caso spingevano per il nuovo format della Serie A a 18 squadre - contro la Lega stessa che intende rimanere a 20 - così da ridurre in qualche modo gli impegni. La nuova Juve, appena rientrata nell’Eca per volontà di John Elkann, sta lavorando sui tavoli istituzionali per tentare la via della collaborazione. Da quanto filtra, a settembre si saprà di più sulle varie questioni irrisolte. Che qui tentiamo di riepilogare.
Mondiale per club, nodo soldi
Prima di tutto, i soldi. Probabilmente non sono così tanti come prometteva il presidente Infantino: da Zurigo parlavano di 50 milioni di bonus d’entrata, con la prospettiva di arrivare a 100 in caso di successo, mentre più di qualcuno (non solo Ancelotti) ha parlato di una ventina di milioni sul piatto. La Fifa ha sorvolato sulla questione anche durante l’ultimo congresso a Bangkok e potrebbe anche decidere di ripartire il montepremi sulla base del bacino d’utenza dei vari club; l’Auckland City, insomma, potrebbe guadagnare molto meno del Manchester City a prescindere dal percorso che farà. Tra l’altro, non sono ancora noti né gli accordi di sponsorizzazione che dovrebbero rappresentare la principale fonte di entrata, né le città americane che ospiteranno la manifestazione e neppure quali emittenti lo trasmetteranno.
Calendario pieno
Il discorso sui premi è strettamente legato a quello del calendario, perché quando il gioco vale davvero la candela anche un sacrificio può diventare sopportabile. Vale la pena - si chiedono oggi i top club - portare allo stremo le forze gli atleti al termine della stagione più lunga e impegnativa della storia con la nuova SuperChampions, azzerando qualsiasi riposo e complicando pure la preparazione delle squadre all’annata 2025-26 che condurrà al Mondiale per nazionali? Gli infortuni sono dietro l’angolo e i sindacati dei calciatori professionisti di Inghilterra e Francia, con l’appoggio della Fifpro Europe, giusto ieri hanno fatto causa alla Fifa, chiedendo al tribunale commerciale di Bruxelles di deferire il caso alla Corte di giustizia Ue. La competizione, con 32 formazioni, durerà circa un mese, con fase a gironi, ottavi, quarti, semifinali e finale che potrebbero portare a un massimo di 152 gare disputabili da un calciatore nel biennio 2023-2025.