"Sognavo d'essere Agostino": 30 anni senza Di Bartolomei riassunti in una frase

Il 30 maggio 1994 il capitano del secondo scudetto si toglieva la vita 10 anni dopo Roma-Liverpool: ogni settimana l'Olimpico lo ricorda con una canzone moderna che sa di antico
"Sognavo d'essere Agostino": 30 anni senza Di Bartolomei riassunti in una frase© © Bartoletti
Chiara Zucchelli
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Sono, e saranno, in tanti oggi a ricordare Agostino Di Bartolomei. Lo farà la sua famiglia nel pubblico e nel privato di casa, forse divisa tra l'orgoglio di ciò che è stato, Agostino, e la malinconia di tutto quello che poteva essere. Si dice che gli eroi siano sempre giovani e belli: Di Bartolomei se n'è andato che era giovane e magari è anche per questo che il suo nome è stato tramandato di generazione in generazione. Ogni epoca ha i suoi miti, i suoi idoli, i suoi capitani. La Roma ha avuto - ha - un capitano da sempre e per sempre che è Francesco Totti ma non ha avuto - e non ha - solo lui. E' per questo che la canzone di Marco Conidi è la sintesi perfetta tra passato, presente e futuro: Mai sola mai, che da qualche anno viene messa ogni settimana all'Olimpico, ha 18 anni. E' del 2006, l'anno di Totti capitano e De Rossi suo vice. L'ha voluta tanto all'Olimpico Lorenzo Pellegrini, che all'epoca aveva 10 anni. E il testo dice: "Ricordo che quand'ero ragazzino sognavo d'essere Agostino e dare un calcio alle paure". Marco Conidi è del 1966, Di Bartolomei è stato il suo capitano. Il simbolo. E allora, nella marea di ricordi che dall'Italia all'Australia, ci saranno nel nome oggi ci piace pensare che ci siano anche tutti quei giovani che ogni settimana cantano il suo nome pur avendolo sentito solo nei racconti di qualcuno un po' più grande. Perché, in fondo, abbiamo sognato tutti di essere Agostino e dare un calcio alle paure. Almeno una volta.


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