Tesseramenti, colmato un vuoto

Leggi il commento del Corriere dello Sport-Stadio dopo la decisione della FIgc sui calciatori inglesi ed elvetici
Tesseramenti, colmato un vuoto© AFPS
Alessandro F. Giudice
4 min

Dopo la decisione del Consiglio Federale, la FIGC ha disposto che i giocatori del Regno Unito siano equiparati, da questa sessione di mercato, ai giocatori provenienti dagli stati UE. Perciò non andranno a occupare gli slot riservati, in ogni finestra di calciomercato, a quelli di nazionalità extra UE. La novità avrà impatto minimo perché - si sa - i giocatori inglesi sono molto cari: esistono differenze di salario molto forti tra la Premier e gli altri campionati. Gli unici casi a cui al momento si applicherà (tra quelli arrivati dall’1 luglio) sono il milanista Loftus-Cheek e l’udinese Zemura. La modifica regolamentare riallinea il trattamento riservato ai giocatori britannici agli accordi tra Gran Bretagna e Commissione Europea sugli scambi commerciali e la cooperazione. Dopo il distacco della Brexit, un certo disgelo tra le parti ha prodotto un trattato, entrato in vigore nel 2021.

La Figc colma un vuoto normativo

La mossa della FIGC sana un vuoto normativo ed è molto distante dalle richieste iniziali, formulate dalla Lega, di apertura al terzo extracomunitario su cui in via Allegri c’è netta chiusura. La Serie A non è l’unico campionato a porre tetti ai calciatori extra-UE, gli unici che è possibile limitare: norme simili vigono in Spagna, Francia e Germania mentre la Premier non ha limiti numerici ma rende tesserabili solo atleti che abbiano giocato in nazionale. Nella storia del calcio italiano, la chiusura e apertura delle frontiere ha seguito un pendolo guidato dalle prestazioni della Nazionale ai campionati mondiali. Dopo la disfatta del 1966 contro la Corea del Nord vennero chiuse le frontiere per 14 anni ma i risultati dei nostri club nelle competizioni Uefa ebbero un notevole peggioramento così, nel 1980 si aprì allo straniero. Uno per squadra, poi diventati due, infine tre dal 1988. Nel 2002, dopo la sconfitta con l’altra Corea, si tornò a parlare di inattuabili chiusure.

La rivoluzione dopo la legge Bosman

L’apertura delle frontiere fu uno dei fattori che contribuirono a rendere la Serie A “il più bel campionato del mondo”. L’equivalente della Premier di oggi, forse ancora più rutilante per la presenza dei massimi campioni al mondo. I risultati della Nazionale non ne vennero penalizzati, a dimostrazione che la sana competizione fa crescere anche i giocatori autoctoni. Nel 1992 la sentenza Bosman cambiò tutto rendendo, di fatto, inattuabili le limitazioni di tesseramento per i giocatori UE, in nome della libertà di circolazione delle persone. L’ultimo diaframma di protezione resta il tetto agli extracomunitari: peraltro un limite ai tesseramenti annuali, non ai giocatori già tesserati.

Italiani all’estero

Ecco perché, ad esempio, la decisione non libera alcuno slot ai club che già tesserano giocatori inglesi (Smalling e Abraham alla Roma, Tomori al Milan tra gli altri). Semplicemente, perché il limite dei due extracomunitari si applica ai nuovi tesseramenti. Per come la si guardi, la situazione oggi è molto diversa dagli anni ’70. La presenza di italiani nelle squadre e nei vivai è già fortemente penalizzata dalla concorrenza dei calciatori europei. Non resta che augurarsi che pure i nostri talenti vadano a misurarsi all’estero, come farà Tonali e come già in passato hanno fatto Verratti, Donnarumma, Scamacca e molti altri.


© RIPRODUZIONE RISERVATA