Juve penalizzata, arriva la bufera

La CAF riapre il processo sulle plusvalenze e rincara la dose: 15 punti di penalizzazione, due anni di inibizione ad Agnelli e Arrivabene, trenta mesi all’ex dt Paratici, sedici al suo erede Cherubini, otto a Nedved, classifica stravolta con i bianconeri a -12 dalla Champions
Juve penalizzata, arriva la bufera© ANSA
Giorgio Marota
6 min

ROMA - Alle 21.07 della notte più fredda del nuovo anno è arrivata la bufera. Sono passati quasi 17 anni da quel 2006 che ha cambiato per sempre la storia del nostro calcio, eppure questa sembra già un'altra Calciopoli. Con un solo colpevole, stavolta, almeno secondo la giustizia della Federcalcio: la Juventus. C’erano i presupposti per rifare il processo, non soltanto per chi ha indagato (la procura della Figc) una seconda volta sulla base dell'inchiesta Prisma (555 pagine), ma pure per chi si è trovato a giudicare. Ed ecco la sentenza: 15 punti di penalizzazione alla società bianconera, da scontare già in questa Serie A, per il caso plusvalenze, riaperto dalla Corte Federale d’Appello dopo le 61 assoluzioni di fine maggio. La squadra di Allegri scende così da 37 a 22 punti, cioè dal 3° al 10° posto in classifica.

Stangata

Prosciolti gli altri club che avevano avuto rapporti di mercato con la Vecchia Signora: Genoa, Parma, Pisa (i dirigenti di questi tre difesi dall'avvocato Grassani), Sampdoria, Empoli, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara (difeso da Chiacchio). La procura aveva provato a tirare dentro un'altra volta tutti gli indagati di 8 mesi fa (escluso il Chievo, scomparso, e il Napoli, prosciolto per l'affare Osimhen) per un totale di 52 deferiti chiamati a difendersi ancora in un tribunale sportivo. La stangata alla Juve («una disparità di trattamento ai danni della Juve, una palese ingiustizia» secondo gli avvocati del club) è a tratti inaspettata. Anche perché il procuratore federale Giuseppe Chiné ieri mattina aveva chiesto 9 punti di penalizzazione puntando a quello che riteneva essere il massimo, con l'obiettivo di raccogliere prima di tutto l'ok alla riapertura del processo. La Corte presieduta da Mario Luigi Torsello - e composta dai giudici Lombardo, Mazzoni, Barbieri, Teodori, Scordino e Falini - è andata ben oltre, accogliendo prima l'istanza per revocazione del primo processo sulle plusvalenze (conclusosi con un buco nell'acqua il 17 maggio scorso), e poi comminando una pena esemplare. La Corte, rispetto alla requisitoria, ha aggravato anche le sanzioni a carico dei principali dirigenti della Juve: la procura voleva 20 mesi e 10 giorni di inibizione per l'ex ds Paratici che invece ne ha avuti 30 ; chiedeva 16 mesi nei confronti di Agnelli e 12 mesi per Arrivabene , per i quali sono arrivati invece due anni di stop . Anche Cherubini, l'attuale uomo mercato, è passato da 10 mesi e 20 giorni a 16 mesi, mentre è stata alleggerita (da 12 a 8 mesi di inibizione) la sanzione a carico degli altri, incluso Nedved. Tra le posizioni stralciate, quelle di Massimo Ferrero, Enrico Preziosi, Fabrizio e Rebecca Corsi dell'Empoli e Sebastiani del Pescara.

Richieste

Il processo è cominciato alle 12.50. Il procuratore ha motivato l’ammissibilità del ricorso parlando di «nuovi e sostanziali elementi» rispetto al primo filone sportivo. Il libro nero di Paratici, la carta Ronaldo e la famosa manovra stipendi, oltre alle numerose intercettazioni agli atti della Procura della Repubblica di Torino, sono stati usati dall'accusa come aspetti «da tenere in forte considerazione». La procura della Figc ha chiesto di riaprire il processo sulla base dell’articolo 63 del codice di giustizia sportiva e per la violazione degli articoli 4.1 (lealtà e correttezza), 31 (illecito amministrativo) e 14 comma 1 lettera C (“aver indotto altri a violare le norme e le disposizioni federali”). «La pena, per essere afflittiva, deve arrecare un danno concreto e la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, cioè fuori dalla zona delle coppe europee!» ha tuonato Chiné. Per tutti i dirigenti ritenuti responsabili delle “plusvalenze fittizie” erano state confermate le stesse richieste (multe incluse) di aprile; tranne che per gli juventini, ai quali erano stati aggiunti 4 mesi di inibizione a testa. Con questo provvedimento, la Corte ha dunque riabilitato la procura dopo aver smontato, a maggio, il modello matematico degli 007 federali basato sul confronto col sito Transfermarkt, dichiarando impossibile fissare "il giusto prezzo" di una trattativa. La Juve presenterà ora ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni, che giudicherà sulla legittimità del processo-bis senza entrare nel merito.

Strumento

Secondo l'accusa, le plusvalenze contestate nei bilanci al 30/06/19, 30/07/20 e la trimestrale del 2021 servivano a coprire le perdite, permettendo alla Juve di fare mercato «con effetti vantaggiosi nelle competizioni sportive». Tramite i suoi legali Bellacosa, Sangiorgio e Apa (collegato anche il nuovo presidente Gianluca Ferrero), la Juve ha spiegato come gli affari oggetto dell'inchiesta rappresentassero solo il 3,6% dei ricavi. Le difese avevano già depositato delle memorie difensive (quella bianconera ha contestato alla procura anche un vizio procedurale), ma tutte hanno voluto ribadire la propria estraneità ai fatti. Il primo giro d’interventi dei legali dei 9 club coinvolti è terminato alle ore 15 e, dopo una pausa, è partito il secondo giro. L'ultima replica di Chiné c'è stata intorno alle 17 , dopodiché la Corte si è chiusa a chiave in una camera di consiglio durate tre ore e mezza. «Facendo eccessivo ricorso alle plusvalenze, se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato!» diceva Agnelli in una delle intercettazioni più famose. Ma qui è venuto giù tutto. Ed è un terremoto senza precedenti.


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