Ha aspettato, preso da un forte spirito patriottico. E non rimarrà senza panchina un’altra stagione, sarebbe un peccato per lui e un delitto per il calcio europeo. Il futuro di Zinedine Zidane, però, dipende dal suo ex compagno Didier Deschamps e dalla sua voglia di continuare a essere il commissario tecnico della Francia. Zizou ha aspettato un anno e mezzo, abbastanza per rilassarsi, dedicarsi alla famiglia, ai suoi hobby, vivendo un po’ in Spagna e un po’ in Francia, dove ha aperto anche un suo club di padel ad Aix-en-Provence. Con il Real Madrid, nel 2021, s’era lasciato malissimo, scrivendo una lettera aperta ai tifosi pubblicata sui social e sul quotidiano AS in cui spiegava i motivi del suo addio nonostante un contratto ancora in essere. Non sentiva più la fiducia, non vedeva nei dirigenti madridisti, Florentino Perez in testa, la voglia di programmare a medio-lungo termine. Poi, l’anno dopo il Real ha vinto con Ancelotti la Supercoppa di Spagna, s'è laureato campione di Spagna e d'Europa, ma questo è un altro conto. Il feeling s'era rotto e per uno che ha vinto tre Champions di fila i rapporti fuori dal campo sono fondamentali.
Romantico ritorno
E allora Zidane s’è messo ad aspettare la chiamata dalla Francia, rifiutando più proposte da top club europei. Per lui s’erano interessati in tanti: Psg, su tutti, ma anche Manchester United e Chelsea. La padronanza dell'inglese, per sua stessa ammissione, non è però di un livello sufficiente per allenare in Premier. «So che ci sono allenatori che vanno lì senza conoscere la lingua - aveva detto pochi mesi fa a L’Equipe -, ma per il mio modo di lavorare è tutto». L’altra “conditio sine qua non” è quella di trovare un club che voglia vincere la Champions. E non ce ne sono molti in giro. Il Psg ha già Galtier, che per il momento non si tocca. Un ritorno al Real Madrid è più che improbabile e sulle altre big di Spagna non c’è nemmeno da metterci il pensiero. Esclusa la Premier, così come la Bundesliga (leggi Bayern), resta l’Italia. E in Serie A, visto che Zizou è un romantico, c’è quella Juventus che l’ha reso Giocatore. «Un progetto che può attirarlo» ha scritto L’Equipe, che vede l’ipotesi bianconera seconda solo a quella della nazionale vicecampione del Mondo. Potenzialmente, rappresenta un'ombra ingombrante alle spalle di Allegri, che ha un contratto fino al 2025 ma un segno negativo in Champions con cui dovrà fare i conti a fine stagione, quando la nuova dirigenza bianconera tirerà le somme.
Deschamps, che fai?
La priorità, comunque, resta la panchina della Francia, quella che sogna da tempo. L’Europeo in Germania del 2024, il Mondiale americano del 2026, obiettivi che Zizou ha in testa da un bel po’. Era convinto, convintissimo che l’era di Deschamps stesse per finire. E con un po’ di sano cinismo sperava probabilmente che il suo ex compagno di squadra dimostrasse segnali di fine ciclo. Così non è stato, tanto che Le Graet, il presidente federcalcio francese, gli ha rinnovato la fiducia. Lo vorrebbe ancora sulla panchina della Francia anche il Presidente della Repubblica, Macron, uno che ha dimostrato di essere influente anche quando su temi calcistici, vedi il caso Mbappé, convinto con le buone a non lasciare il Psg. Deschamps, però, accetterebbe soltanto un contratto di 4 anni e non di 2, come inizialmente gli era stato prospettato. Vorrebbe portare la Francia fino ai prossimi Mondiali, altrimenti non se ne fa nulla. E se il rapporto dovesse rompersi, nei prossimi giorni, saluterà e ringrazierà tutti, pronto a riprendere la carriera da allenatore di club, abbandonata nel 2012. DD si è dimostrato un Signore del calcio e della panchina anche da noi: conosce bene l’Italia e la Juve, allenata nel 2006/2007 e portata in Serie A nel post Calciopoli. Una storia romantica anche quella. Che si può ripetere, come quella di Zidane.